Rieccomi in un'altra conferenza/avventura. Questa si chiama Formatex, e mette insieme forma(zione) e tex(nologia). Ah, sono a Siviglia, o, come scrivono qui, Sevilla.
Ore 17:25. Parte il bus che dall'aereoporto giunge in centro a Siviglia. Di fronte a me ho un tramonto senza infamia senza lode. Ogniqualvolta vengo in Spagna non so mai se rispondere in italiano o in inglese. Mi parlano in spagnolo, e capisco quanto basta per sopravvivere. In aereo ho provato a leggere una di quelle riviste da aereo, e sí, leggevo prima in spagnolo e poi in inglese per controllare. Se le frasi non sono troppo lunghe capisco bene. Certo, era uno spagnolo certamente anglicizzato, per lo meno per il forte spezzettamento delle frasi. Quasi un corpus parallelo frase per frase, pronto per la traduzione automatica statistica... Ma non divaghiamo troppo.
Ho letto l'intervista al presidente dell'Instituto Cervantes, che fa quello che potrebbe fare, e non fa, la Società Dante Alighieri da noi: promuovere l'idioma nazionale. L'anno prossimo ci sarà un convegno a Milledolil (se ricordo bene il nome) dove l'Instituto Cervantes si incontra con le principali università ispanofone di tutto il mondo per redigere una Grammática Panhispànica. Un bell'atto di pianificazione linguistica, non c'è che dire.
Il viaggio? Tranquillo. I timori di sacchetti e sacchettini per i dentrifrici sono stati fugati fin da Malpensa: come mi ha confermato l'operatore addetto, basta mettere tutto nel bagaglio principale e non in quello a mano ed è morta lí. In fondo posso non lavarmi i denti dopo pranzo, per una volta. Ho mangiato un trashburger sorvolando i Pirenei, e mi sono pentito. Allora a Madrid mi sono rifatto con un ottimo sushi, nemmeno troppo costoso (circa 14 euro). Nota: sul biglietto c'era scritto gate/puerta de embarque HJK che significa "ovunque nel terminal". E i terminali non mostrano tutti i voli, solo quelli della stramaledetta lettera dei gate circostanti. Eppure i gate con le K sono adiacenti a quelli con le J, e senza soluzione di continuità. Comunque.
Dopo aver sbagliato la fermata del bus, mi sono diretto a piedi a bordo del centro verso l'albergo, che è alquanto carino e caratteristico, in pieno centro (e neppure troppo costoso: ho prenotato volo e albergo contestualmente con eDreams e in effetti risparmi anche il 10% a notte). Alle 18:00 c'erano 17 gradi, l'ho visto su una farmacia, e il sole stava tramontando. Credo che ci sia stata un'escursione di 8-10 gradi nel giro di un'ora, dopo il tramonto infatti fa freddo come a Milano. I vicoli del centro sono deliziosi, molto, molto spagnoli come te li immagini: nomi delle vie ultracattolici, case colorate, caratteristiche.
Prometto che farò delle foto.
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