Martedí 7 febbraio, ore 17. Sto andando a Brussels, la "capitale d'Europa", come s'è definita da sé un po' pomposamente. È già buio, piove e fa freddo. Come a Milano, del resto. Sono su
un treno IR che mi porterà in città, appena sceso dall'aeroporto. Inspiegabilmente, non ci sono voli diretti da Milano a Brussels. Io ho fatto scalo a Zurigo, era il low cost migliore secondo Google. Per andare nella capitale europea devi uscire dall'UE. Buffo, no? L'aereo svizzero era bello, c'era una specie di navigatore satellitare che ti diceva dov'eri e a che
altitudine, in tempo reale. Cosí, per esempio, ho saputo che sotto di me c'era il Lussemburgo, un certo momento.
Mezz'ora dopo. Scendo a Brussels Nord. Non sono riuscito a trovare una mappa della città da nessuna parte -- non c'è un tourist office aperto a pagarlo. Dovevo guardare in aeroporto. Grave errore. Adesso prenderò un taxi.
Stessa sera, in albergo. Ho fatto un giro in centro, ho visto che domani danno "Il re pescatore" di Mozart (regia di Luca Ronconi) al loro teatro nazionale, una specie di piccola Scala. È buffo: il tassista ha fatto il giro di due isolati, tra hotel altissimi, e mi ha scucito 8 euro. Meritati. Comunque, non c'era una mappa della zona appesa in stazione a pagarla d'oro. In compenso, giovani di ogni colore facevano breakdance vicino all'entrata e ai negozietti, che qui sono ovunque.
Brussels è una città dall'identità schizofrenica: le insegne pubbliche sono ovviamente bilingui (francese e olandese), in albergo le istruzioni dell'emergenza sono in quattro lingue (olandese, francese, tedesco e inglese, in quest'ordine) mentre i libri e i giornali sono esclusivamente francofoni. Il francese è chiaramente dominante, infatti le persone di recente immigrazione sono tutte francofone. Spontaneamente si rivolgono agli sconosciuti in francese, ma non c'è problema a passare all'inglese. Le lingue qui sono scontate, ovvie. Perlomeno quelle forti: inglese, francese e
tedesco. L'olandese invece è lingua loro: non ci si aspetta che la imparino stranieri, forse gli darebbe addirittura fastidio.
Uscito dall'albergo, ho trovato da un cinese una mappa della città. Questi drugstore vendono un po' di tutto, ma soprattutto birre e sigarette e tabacchi da fumo. Una quantità veramente impressionante. La Camel fa pubblicità pro fumo senza problemi, in fondo c'è lasolita scritta terroristica "il fumo uccide" (e varianti), ovviamente nelle due lingue ufficiali. La gente di Brussels è molto aperta e ospitale, tutti sorridono quando li guardi, se ti vedono in difficoltà per strada si offrono di aiutarti. E invero ce n'è bisogno: senza cartina non capivo niente, le mappette che ci sono in giro sono totalmente insufficienti, e poi -- come a Milano -- non tutte le vie sono segnate ad ogni angolo e questo non aiuta. Ecco perché le indicazioni del comitato organizzatore della conferenza erano cosí scarne: ci si aspetta che uno chieda.
Passeggiavo le vie del centro e mi guardavo intorno. Un vento! I negozi, quasi tutti con scritte in inglese tranne quelli di vestiti, con fantasiosi nomi in italiano (Tintoretto? Perché), stavano chiudendo. Piccola la zona pedonale, tutto sommato. La maggior parte delle vie sono ampie, trafficate, ma affiancate da alcune case d'epoca pregevoli ed enormi
marciapiedi, il che permette un po' di respiro. Furono costruite a fine Ottocento, il momento del rinascimento culturale belga -- cosí evinco dalle scritte per turisti, nelle quattro lingue dell'albergo. Qui fumano tanto, giovani e meno giovani, un po' ovunque. I prezzi, per un milanese come me, mi sembrano bassi, sia per il cibo che per il vestiario.
In giro ho incrociato due comitive di italiani, l'una di napoletani, l'altra di romani (o dintorni). Sono stato attento a non dire nulla, cosí potevano parlare liberamente ad alta voce, illudendosi che nessuno nei dintorni li avrebbe capiti. Noi italiani siamo fatti cosí. Nonostante il vento, i belgi amano i tavolini all'aperto, tutti i locali non globalizzati ne
hanno. Comunque, ci sono piú Döner Kebab (dove ho cenato) che McDonald's, e non mancano tipici Irish Pub dove puoi vedere il campionato di rugby. Stasera potevo vedere Reading vs. Birmingham. L'altro ieri invece c'era una compagnia di Bologna con uno spettacolo teatrale intitolato "Il silenzio". In italiano, con i sottotitoli in francese e tedesco.
Sono al 25o piano dell'albergo, il Tulip Inn, piove, i boulevard serpeggiano tra i parallelepipedi di fronte a me, hotel e uffici al neon, anonimi e trasparenti. Sirene della polizia accompagnano il picchiettio della pioggia, mentre la televisione, ammiccante, mi invita a spendere in film pay-per-view, connessioni wireless a prezzi proibitivi -- 60 minuti costano 10 euro, offerta minima. Spengo, annoiato. Leggerò il mio romanzo che racconta le origini di Martin Mystère, comprato per l'occasione a un remainder. È la prima volta che mi sento veramente come Deckard, il
cacciatore di replicanti di Blade Runner.
Mercoledí 8 febbraio, ore 11:00. Sono in una brasserie di fronte la VUB, Vrije Universiteit Brussel, il campus dove aprirà il MACL, la conferenza per cui sono qui. In
radio parlando di Batman Begins, che viene lanciato solo adesso, a quanto pare. Ho già visto dove sarà la
registrazione, all'edificio Q detto Aula, che è un auditorium dedicato a Nelson Mandela, ma sono troppo in anticipo. Studenti di fronte a me fumano e bevono Red Bull. Assomigliano ai francesi, ma sembrano tutti un po' piú tristi dei francesi, se possibile. Certo la musica che ascoltano, tutta basata sulla nostalgie, aiuta, a giudicare dalla radio che trasmette in questo locale.
Un'ora dopo. Il MACL verrà aperto a momenti, solennemente, con il rettore della VUB, e due alti rappresentanti delle altre due istituzioni organizzatrici, vale a dire l'Università Cattolica (KUB)e l'alta scuola dedicata ad Erasmo. È successo un po' di tutto: non è arrivato il pagamento insubre della conferenza, e pure hanno dimenticato di inserire il mio abstract, o forse non lo trovo. Ma adesso mi preparo, tocca a me.
Quella sera. Ho fatto il mio intervento e ho avuto delle osservazioni puntuali e di massimo interesse. Il livello generale è molto alto, ed è veramente interessante -- e faticoso -- passare in continuazione dall'inglese (dominante), al francese, ma anche al tedesco e all'olandese, come lingue di lavoro. Devo dire che la sessione piú interessante non è la mia, ma quella nell'auditorium, dove presentano cose guarda caso piú informatiche: corpora, web semantico, criteri per dizionari on line... Mi piace, mi piace!
Venerdí 10 febbraio, ore 17:50. Sono in aeroporto, tra dieci minuti aprono i cancelli per l'imbarco. gli aeroporti sono tutti uguali, ma questo è piú uguale degli altri: l'amore per il momento formale e la burocrazia qui arriva al suo apice. Sarà per la sicurezza che fanno tanti controlli. C'è da dire però che lo fanno con fermezza ma dolcemente, e ti abitui presto, è tutto molto ragionevole, dal loro punto di vista, noi diremmo "è la procedura".
In conclusione, darò un breve bilancio di questa esperienza. La cena all'albergo Metropolitane (vedi il menú) è stato di rara raffinatezza, e mi sono molto divertito in compagnia di Tamara e Avri, rispettivamente olandese lei ed estone lui. Il ringraziamento del sindaco nella City Hall -- o meglio Hotel de Ville, altrimenti i locali non capiscono (perhcé nell'invito non hanno segnato l'indirizzo, Grand Place, che qui conoscono tutti?!? Belgi!) -- nel solenne municipio è stato singolare: un ragazzino con una sciarpa bianca buddista vestito causal è il sindaco di questa città! Se penso ai nostri gerontopolitici... Mi spiegano che fa parte della politica dei Verdi locali. Quasi quasi mi trasferisco. Pure le birre di Brussels che ci hanno offerto, tutte fruttate alla maniera del nostro apertivo Bellini, erano buonissime. Solo il meteo qui è veramente sconfortante. Ma la flemma dei locali è contagiosa. Non ti viene neanche lo spleen. Forse perché non hanno la grandeur dei francesi, mantenendo però il buon gusto nella forma, e la cordialità. Gratis.
Ho fatto qualche foto, e la cosa buffa è che ho beccato Yvonne che era a Cardiff e Guadalupe che era a Castellon. Gli altri italiani che ho conosciuto lavorano tutti all'estero: Gianpaolo Poletto a P&ecaute;cs (Ungheria) per motivi familiari, Anna Ghimenton e Giovanni Depau a Grenoble per motivi squisitamente professionali. Quale sarà il mio destino? Ovunque vada, sono sempre l'unico ricercatore italiano che lavora in Italia. Resisterò?
Blogger > Wordpress
Annuncio spostamento blog
Ho deciso di muovere la mia pagina web accademica e il mio blog in un posto unico, e ho scelto di fare un blog e il sito con l'hosting gratuito su wordpress. Per favore, aggiornate i vostri feed reader al seguente indirizzo:
feed://feeds.feedburner.com/FedericoGobboBlogo
Se mai cambierò di nuovo, aggiornerò il feed, così voi non vi accorgerete di nulla. Analogamente, mi sono deciso a comprare un dominio che rimarrà anch'esso permanente:
http://federicogobbo.name
Tutto ciò che ho pubblicato sul blog di Blogspot rimarrà intatto perché già riferito nel web, perciò non ha senso toglierlo. Per non perdermi di vista, potete farvi vedere in qualche social network. Quelle a cui partecipo sono tutte listate a questo indirizzo.
Blog Change News
I moved my academic web page and my blog in one place, and they are both hosted (i.e., web page and blog) with the free hosting by wordpress. Please, update your feed readers with the following:
feed://feeds.feedburner.com/FedericoGobboBlogo
If I would ever change again, I will update the feed, so you won't notice. Analogously, I finally decided to buy a domain for me. This will act as a permanent url:
http://federicogobbo.name
Every post I published in the Blogspot blog will remain here as it is already spidered by the web. If you want to be in touch with me, consider to knock me via some social network. Mine are listed here.
Ŝanĝo de blogmotoro
Mi portis mian universitatanan tekstejon kaj mian blogon al ununura ejo, ambaŭ gastigitaj de Vordpreso. Bonvolu aktualigi vian rettralegilon al la sekva treleg-adreso:
feed://feeds.feedburner.com/FedericoGobboBlogo
Se mi volus ŝanĝi denove ejon, mi aktualigos la traleg-adreson, tiel ke, vi eĉ ne notos la ŝanĝon. Simile, mi finfine min decidis aĉeti porĉiaman ttt-adreson por mi:
http://federicogobbo.name
Ĉiu blogaĵo kion mi eldonis per Blogspoto restos tie ĉar jam araneigita ttt-e. Se vi volas resti en kontakto kun mi, frapu al iu socia reto kiun mi partoprenas. La kompletan liston vi trovas tie ĉ.
Monday, February 13, 2006
Subscribe to:
Post Comments (Atom)
No comments:
Post a Comment