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Annuncio spostamento blog


Ho deciso di muovere la mia pagina web accademica e il mio blog in un posto unico, e ho scelto di fare un blog e il sito con l'hosting gratuito su wordpress. Per favore, aggiornate i vostri feed reader al seguente indirizzo:

feed://feeds.feedburner.com/FedericoGobboBlogo

Se mai cambierò di nuovo, aggiornerò il feed, così voi non vi accorgerete di nulla. Analogamente, mi sono deciso a comprare un dominio che rimarrà anch'esso permanente:

http://federicogobbo.name

Tutto ciò che ho pubblicato sul blog di Blogspot rimarrà intatto perché già riferito nel web, perciò non ha senso toglierlo. Per non perdermi di vista, potete farvi vedere in qualche social network. Quelle a cui partecipo sono tutte listate a questo indirizzo.

Blog Change News


I moved my academic web page and my blog in one place, and they are both hosted (i.e., web page and blog) with the free hosting by wordpress. Please, update your feed readers with the following:

feed://feeds.feedburner.com/FedericoGobboBlogo

If I would ever change again, I will update the feed, so you won't notice. Analogously, I finally decided to buy a domain for me. This will act as a permanent url:

http://federicogobbo.name

Every post I published in the Blogspot blog will remain here as it is already spidered by the web. If you want to be in touch with me, consider to knock me via some social network. Mine are listed here.

Ŝanĝo de blogmotoro


Mi portis mian universitatanan tekstejon kaj mian blogon al ununura ejo, ambaŭ gastigitaj de Vordpreso. Bonvolu aktualigi vian rettralegilon al la sekva treleg-adreso:

feed://feeds.feedburner.com/FedericoGobboBlogo

Se mi volus ŝanĝi denove ejon, mi aktualigos la traleg-adreson, tiel ke, vi eĉ ne notos la ŝanĝon. Simile, mi finfine min decidis aĉeti porĉiaman ttt-adreson por mi:

http://federicogobbo.name

Ĉiu blogaĵo kion mi eldonis per Blogspoto restos tie ĉar jam araneigita ttt-e. Se vi volas resti en kontakto kun mi, frapu al iu socia reto kiun mi partoprenas. La kompletan liston vi trovas tie ĉ.




Showing posts with label religio. Show all posts
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Wednesday, January 23, 2008

L'insipienza del rettore de La Sapienza

Ho ricevuto dal collega Luca Foggetta il seguente invito spedito da Carlo Cosmelli, associato di Fisica a Roma, uno dei 67 "incriminati".
Agli amici, a colleghi conosciuti e sconosciuti, ai cittadini tutti,
che ci hanno inviato un mail di solidarietà.

Vi invio una lettera, scritta da Giorgio Parisi, fisico teorico, membro dell'accademia dei Lincei e di molte delle più prestigiose accademie del mondo, firmatario dell'appello, che può servire a chiarire alcuni punti stravolti dai media o semplicemente non detti in precedenza, e quindi non arrivati al grande pubblico. Molte reazioni negative sono state causate da una carenza di informazione.

Per ora esiste in rete un appello da firmare in nostro appoggio, che condividiamo pienamente. Vi saremo grati se voleste aderire e renderlo noto.

L'indirizzo è : http://www.petitiononline.com/386864c0/petition.html

Leggete l'appello e vedete se volete firmarlo. Io l'ho fatto. Per correttezza, riporto anche la lettera che hanno mandato il gruppo dei 67 di Roma al rettore (con la minuscola, non se la merita la maiuscola!) de La Sapienza:
Magnifico Rettore, con queste poche righe desideriamo portarLa a conoscenza del fatto che condividiamo appieno la lettera di critica che il collega Marcello Cini Le ha indirizzato sulla stampa a proposito della sconcertante iniziativa che prevedeva l'intervento di papa Benedetto XVI all'Inaugurazione dell'Anno Accademico alla Sapienza. Nulla da aggiungere agli argomenti di Cini, salvo un particolare. Il 15 marzo 1990, ancora cardinale, in un discorso nella città di Parma, Joseph Ratzinger ha ripreso un'affermazione di Feyerabend: "All'epoca di Galileo la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione dello stesso Galileo. Il processo contro Galileo fu ragionevole e giusto". Sono parole che, in quanto scienziati fedeli alla ragione e in quanto docenti che dedicano la loro vita all'avanzamento e alla diffusione delle conoscenze, ci offendono e ci umiliano.
In nome della laicità della scienza e della cultura e nel rispetto di questo nostro Ateneo aperto a docenti e studenti di ogni credo e di ogni ideologia, auspichiamo che l'incongruo evento possa ancora essere annullato.

Qui potete leggere la lettera di Marcello Cini originaria. Notate che nessuno ha impedito a Ratzinger di parlare, né i 67 si sono sognati di rivolgersi a lui, ma correttamente, si sono rivolti al decisore, cioè al rettore. Ecco come racconta la vicenda Giorgio Parisi, in un brano della lettera summenzionata:

Il rettore non ci ha risposto e poco accortamente è andato avanti per la sua strada. A questo punto per noi (o almeno per la stragrande maggioranza dei firmatari) la questione era chiusa. La lettera è rispuntata fuori nei giorni recenti talmente all’improvviso che alcuni giornali hanno preso un abbaglio ed hanno pensato che fosse stata scritta il 10 gennaio. C’è stata una reazione popolare di un’ampiezza inaspettata (tremila interventi sul forum di Repubblica. La maggior parte a nostro favore) che a parer mio ha confermato il nostro giudizio che l’invito era incongruo.

La reazione dei lettori dei forum e quella di molti studenti romani mostra chiaramente che c’è una fortissima tensione politica intorno al problema della laicità e che la nostra lettera è stata una scintilla che ha fatto sviluppare un incendio in un bosco pieno di legna secca durante una libecciata.


Poco importa, secondo me, il fatto che Benedetto XVI, al secolo Joseph Ratzinger, avesse previsto, e potete verificarlo, un intervento assolutamente non-fondamentalista, che è l'obiezione portata da molti cattolici. Il punto è che la scienza moderna, vale dire dal Seicento, il secolo della matematizzazione della natura, muove le mosse esattamente distaccandosi da quanto Ratzinger avrebbe detto nel concludere il suo intervento:
Che cosa ha da fare o da dire il Papa nell'università? Sicuramente non deve cercare di imporre ad altri in modo autoritario la fede, che può essere solo donata in libertà. Al di là del suo ministero di Pastore nella Chiesa e in base alla natura intrinseca di questo ministero pastorale è suo compito mantenere desta la sensibilità per la verità; invitare sempre di nuovo la ragione a mettersi alla ricerca del vero, del bene, di Dio e, su questo cammino, sollecitarla a scorgere le utili luci sorte lungo la storia della fede cristiana e a percepire così Gesù Cristo come la Luce che illumina la storia ed aiuta a trovare la via verso il futuro.

Proprio distaccandosi dalla teologia, intesa come speculazione intellettuale alla luce delle scritture bibliche ed evangeliche in particolare, che la scienza è divenuta moderna. Il Papa non poteva che concludere come avrebbe concluso, e questo era, francamente, inopportuno, come la petizione precisa:
Apprezziamo la sensibilità del Papa per aver declinato l'invito; non altrettanto si può dire del Rettore Renato Guarini, che si è mostrato inadatto al ruolo che ricopre, incapace di tutelare la laicità dell'Università e il dialogo universale. Inadempiente alle sue responsabilità di garante, ha posto i firmatari del suddetto appello nella scomoda posizione di dover supplire ai compiti di garanzia che gli sarebbero stati propri e determinato una spiacevolissima situazione.

In breve: moltissimi politici hanno attaccato il gruppo dei 67, andate a vedere alla fonte cos'hanno detto, come se loro avessero messo un veto sull'intervento del Papa. Perché in questo scalcagnato ex-bel-paese nessuno dice la verità? Quella con la vu minuscola? Quella degli uomini? Perché nessuno se l'è presa con il vero Primo Motore dell'inutile kaos, il rettore Renato Guarini?

Sunday, December 24, 2006

Welby morto cristianamente?

Ricevo e volentieri pubblico, da parte di Sandro Vesce, amico di famiglia, un suo comunicato, con preghiera di diffusione:

Un intimo amico del dottor Welby, amico anche mio da lunga data, mi ha mandato copia di un appunto di lui, dettato negli ultimi tempi, pregandomi di diffonderlo. Ho pensato di farvelo pervenire.

Una cosa è sicura dell’uomo, che è mortale. Il Signore ci dà la vita, il Signore poi ce la toglie. Di regola a settanta, ottant’anni, ma non di rado anche prima. A qualcuno senza preavviso, su due piedi, a qualcun altro preavvisandolo, con una malattia fin dall’inizio destinata a portare nell’Aldilà. Verrò prima del tuo previsto, dice in questo caso, e ti chiederò indietro la vita che ti ho dato. Quando capita a noi, come tutti i debitori dilazioniamo se possibile la restituzione del bene e perciò ci opponiamo con ogni mezzo alla malattia mortale, pur nella consapevolezza che è inutile. Il Signore è buono, sa che dovremmo aver fiducia in lui e non temere di metterci nelle sue mani, ma sa anche che la nostra fede è debole e che l’ignoto ci spaventa. Quindi, nella sua misericordia, e un po’ sorridendo di questi suoi figli, non condanna che pur essendoci pervenuta la precisa richiesta prolunghiamo di alquanto il possesso della vita. Di alquanto. Ma io, Welby, sono quarant’anni che non gliela rendo, da parecchi appellandomi come cavillo a una macchina, la quale ormai compie tutto per me. Tutto tranne farmi da coscienza, e la coscienza mi interroga: è fede in Dio la mia che mi sottraggo al suo incontro e mi tengo stretto a un meccanismo invece di accettare il suo abbraccio? Sempre più penso di no, penso che fede, almeno per me, non parlo per un altro, sarebbe un bel momento cessare di recalcitrare. Mi dice qualcuno che a chiedere di staccare la spina rifiuterei la vita, che è dono di Dio. Ma io mi domando: inviandomi in questo secolo questa particolare malattia, il Signore mi ha chiesto la mia vita indietro. Col volere mantenerla assolutamente, a qualunque condizione, non antepongo il dono di Dio a Dio stesso? Mi prescrivono di rimanere abbarbicato alla vita: non fanno così i pagani, che non hanno speranza? Forse finirà che mi rifiuteranno il funerale religioso, ma anche Gesù fu condannato perchè faceva la volontà del Padre, e secondo la profezia di Isaia venne sepolto fra i malfattori.

Mio Dio, cosa ho detto. Signore, perdonami questa audacia. Abbi pietà di me, che sono un peccatore.

L’amico comune non era presente alla morte del dottor Welby e non può dire se è avvenuta in questa disposizione. Ha inteso, immagino per dare conforto, segnalarne la possibilità.
Sandro Vesce

Un pensiero molto natalizio

Ho seguito la vicenda di Piergiorgio Welby, come molti italiani. Non mi stupisce la negazione della curia di officiare il rito religioso, in fondo è nel loro diritto. Per il resto, è inammissibile che il mio Paese sia ostaggio di una Chiesa, che porta avanti una visione burocratica e anticristiana dell'umanità e quindi anche del cristianesimo, quello vero. Piergiorgio Welby il 16 Maggio 2002 ha scritto:

In un società, profondamente cinica e indifferente che ha fatto del disprezzo per la vita una sua griffe inconfondibile, un dato oggettivo incontestabile e che proprio per questa peculiarità sarà ricordata nei secoli futuri nei testi scolastici…in questa società, dico, è proibito ai disperati, ai malati senza speranza, ai sofferenti in stadio terminale, a tutti quelli insomma per i quali la vita è diventata una sofferenza indicibile e dove l’unico sollievo che hanno è la speranza di chiudere gli occhi la sera e non riaprirli al mattino, a loro è fatto divieto assoluto e inderogabile di morire conservando ancora un briciolo di dignità. Puoi far sopprimere un cane od un altro animale per risparmiargli dolori inutili, ma un uomo no! Un uomo deve entrare nel circuito perverso delle sale di rianimazione, dei tubi, delle sonde, dei cateteri, dei decubiti, del puzzo di merda e di paura, delle mani impietose che incidono, raschiano, suturano, ispezionano, svuotano, aspirano ...e tutto questo solo per un gioco infame chiamato progresso scientifico…e per le convinzioni? dei Sgreccia, dei Ratzinger, dei Ruini, dei Tonini, dei Buttiglione ecc. e mentre loro filosofeggiano e ti sventolano sotto al naso le loro verità (hanno sempre una verità in tasca…pronta e preconfezionata) ...monolitiche e inossidabili (tanto possono sempre chiedere scusa delle loro cazzate ...tra un centinaio d’anni)...migliaia di disgraziati cercano una impossibile via di fuga.


Citato da Milda reveno

Tuesday, December 19, 2006

Potrei farmi buddista...


Il Dalai Lama non cessa mai di stupirmi, piacevolemente, s'intende. Fin dal 1988 ha dichiarato che la soluzione politica al problema tibetano è la via non-violenta del Süd Tirol/Alto Adige e l'anno scorso ha parlato dell'etica del Terzo Millennio nell'era della globalizzazione proprio a Bolzano (report ufficiale). Queste riflessioni sono culminate nel libro Ethics for the New Millennium, in italiano Una rivoluzione per la pace, che sicuramente leggerò Chi mi conosce bene sa quanto ho a cuore i monti sudtirolesi, e tutto questo non poteva che toccarmi profondamente...

Ma l'altro giorno ho avuto la sorpresa.

Il primo giugno 2006, alla cerimonia annuale Light of Truth Awards, il premio dato a individui e istituzioni che fanno conoscere i problemi legati al riconoscimento del Tibet, il Dalai Lama ha premiato la casa editrice Hergé. Fin qui nulla di strano, direte voi... La cosa sorprendente (ma forse no, in fondo) è che Sua Santità ha distribuito copie del fumetto Tintin in Tibet esclusivamente nella versione esperanto (come fa fede la foto che riproduco qui e questo articolo dei tintinaires catalani), auspicando che un giorno tutti noi parliamo una lingua comune.

Dankon, kara Dalailamao!