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Annuncio spostamento blog


Ho deciso di muovere la mia pagina web accademica e il mio blog in un posto unico, e ho scelto di fare un blog e il sito con l'hosting gratuito su wordpress. Per favore, aggiornate i vostri feed reader al seguente indirizzo:

feed://feeds.feedburner.com/FedericoGobboBlogo

Se mai cambierò di nuovo, aggiornerò il feed, così voi non vi accorgerete di nulla. Analogamente, mi sono deciso a comprare un dominio che rimarrà anch'esso permanente:

http://federicogobbo.name

Tutto ciò che ho pubblicato sul blog di Blogspot rimarrà intatto perché già riferito nel web, perciò non ha senso toglierlo. Per non perdermi di vista, potete farvi vedere in qualche social network. Quelle a cui partecipo sono tutte listate a questo indirizzo.

Blog Change News


I moved my academic web page and my blog in one place, and they are both hosted (i.e., web page and blog) with the free hosting by wordpress. Please, update your feed readers with the following:

feed://feeds.feedburner.com/FedericoGobboBlogo

If I would ever change again, I will update the feed, so you won't notice. Analogously, I finally decided to buy a domain for me. This will act as a permanent url:

http://federicogobbo.name

Every post I published in the Blogspot blog will remain here as it is already spidered by the web. If you want to be in touch with me, consider to knock me via some social network. Mine are listed here.

Ŝanĝo de blogmotoro


Mi portis mian universitatanan tekstejon kaj mian blogon al ununura ejo, ambaŭ gastigitaj de Vordpreso. Bonvolu aktualigi vian rettralegilon al la sekva treleg-adreso:

feed://feeds.feedburner.com/FedericoGobboBlogo

Se mi volus ŝanĝi denove ejon, mi aktualigos la traleg-adreson, tiel ke, vi eĉ ne notos la ŝanĝon. Simile, mi finfine min decidis aĉeti porĉiaman ttt-adreson por mi:

http://federicogobbo.name

Ĉiu blogaĵo kion mi eldonis per Blogspoto restos tie ĉar jam araneigita ttt-e. Se vi volas resti en kontakto kun mi, frapu al iu socia reto kiun mi partoprenas. La kompletan liston vi trovas tie ĉ.




Showing posts with label cogn-mens-map. Show all posts
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Monday, July 21, 2008

The ideal world of software mind mapping

Given that pen-and-paper mind mapping is a useful and effective idea in most cases, I want to share with you the vision of Eric Blue about the ideal world of software mind maps:

# There exists a standard mindmap format (Simple MindMap Notation?) that isn't tied to one particular product.

# This new format can be easily authored on multiple platforms (web, windows, linux, mac, and handheld devices), and can also be quickly created by average humans.

# Users can easily share their mindmaps with others, collaborate in real-time, and not be tied to a particular product (desktop or web-based).

# Users can host mindmaps themselves, and choose from a number of innovative mindmap presentation libraries that will allow them to embed their map in their website, blog, or intranet portal.

# Users can easily link their mindmaps together in a distributed fashion (no need for a central hosting provider). World-wide mind maps can grow organically, benefit from advances in the social and semantic web, and allow users to visually link, search, and share.

"Innovation is key: competition is a *good thing*, and users reap the creative benefits"

Sunday, June 29, 2008

Mia retpoŝtopolitiko

Karaj kontaktoj, mi vidis belegan prelegon fare de Luis Suarez ĉe Forum Internazionale Enterprise 2.0 okazinta en Varezo ĉi-semajne. Kaj mi prenis decidon, danke al tio: neniam plu mi perdos mian tempon kaŭze de retpoŝto. Morgaŭ komenciĝos ESSAP kaj probable la semajno longos por mi, kaj tuj poste mia tempo estos dediĉiita al la verkado de mia doktora disertaĵo. Do, ĝis la fino de Oktobro mi adoptos retpoŝtopolitikon tre striktan, kiun mi priskribas ĉi tie: la ligo ĉiamas en mia retpoŝto-subskribo.

Unue, mi lasis ĉiun diskutliston, almenaŭ en mia menso. Kaj do? Simple: mi ne legas plu tiujn mesaĝojn. Se ekestos projekto por mi, kial ne uzi vikion, kiu multe pli efikas ol listo? Malfermu senpage unu en PBWiki, la sekureco estas tre bone zorgita.

Por renkontiĝoj, bnvolu sendi al mi invitilon en Gugla Kalendaro. Mi kontrolas almenaŭ po unu tago - mia moleskino utilas por noti surpapere, sed ĝ estas nur sekurkopio.

Se vi volas sendi dokumenton kiun mi devas ŝanĝi, ne sendu algue al retmesaĝo. Denove, uzu vikion aŭ invitu min al Gugla Dokumento, se ni devas verki prezentadon kune (mi ĵus finfaris pro la somera lernejo kaj funkciis perfekte). Algluaĵoj estas tute ne efikaj por kunverkado.

Mi uzas nur unu blogon, ĉi-tiun. Neniam mi volas zorgi por multaj blogoj, maksimume mi sendos la ligon al ĉi tiu.

Se vi volas diskonigi spertadon, konsideru la eblon verki blog-mesaĝon kaj sendu al mi la url-on per tujmesaĝilo, aŭ, se ĝi rilatas al unuela mia blogaĵo, verku la url-on en komento. Vi trovos min facile per Skajpo. Mi posedas skajpa poŝtelefono, tiel ke ne bezonatas sidiĝi fronte al komputilo. Tiel vi povos scii se mi volas esti interrompita aŭ ne. Fojfoje vi trovos mi en Gugla Babilejo, sed ĉiam malpli ofte. Ĉiuokaze, vi diros al mi kie mi troviĝas, pli ol kion mi nun faras.

Kiam mi estas eksterrete, kontaktu min pro profesiaj kialoj en LinkedIn (plejofte) aŭ Naymz (estas alia mia nomo, sed uzu ĉi-tiun, la alian mi ne sukcesis forigi! !). Por personaj aferoj, mesaĝu al mi en Ipernity (estas multaj esperantistoj ene) aŭ en Facebook, pli rare en Hi5.

Finfine, konate ke mi ŝatas librojn, konigu vian libran spertaron aŭ sugestaron per aNobii, la nura socia reto kiun mi partoprenas. Mi ne partoprenas al aliaj, komprenu min. La miaj estas multaj uzataj kaj facilaj, kaj eĉ tradukitaj en viaj favorataj lingvoj, plimapli. Kial ne registri?

Tiu retpoŝtopolitiko daŭrigos ĝis Oktobro 2008, kiam espereble mi finos la verkadon de mia doktora disertaĵo. Kaj poste? Vi legos ĉi tie!

Le mie politiche di posta elettronica

Cari contatti, ho assistito a un bellissimo contributo di Luis Suarez al Forum Internazionale Enterprise 2.0 tenuto a Varese questa settimana. E ho deciso di prendere una decisione, a seguito del contributo: non voglio più perdere tempo con le email. Domani inizia la ESSAP e sarà sicuramente una settimana lunga, dopodiché il mio tempo sarà assorbito dalla scrittura della tesi. Dunque, fino alla fine di ottobre adotterò delle politiche di risposta alle email molto strette, che descrivo qui: il link rimarrà permanente nella mia firma delle email.

Innanzitutto, ho lasciato tutte le liste di discussione, almeno nella mia mente. Cosa significa? Semplice: non leggo più quei messaggi. Se c'è qualche progetto che volete propormi, perché non usare un wiki? È molto più efficiente di una lista. Potete aprirne uno gratis su PBWiki, vi dà la possiblità di curare la vostra privacy in maniera molto dettagliata.

Per fissare un appuntamento con me, per favore mandatemi un invito su Google Calendar. Lo guardo almeno una volta al giorno - ho una moleskine per prendere nota su carta quando non sono in linea, ma è una specie di backup.

Se volete mandarmi un documento che devo modificare, non speditelo come allegato. Di nuovo, usate un wiki o invitatemi a un Documento Google, se dobbiamo scrivere una presentazione insieme (l'ho appena fatto per la scuola estiva ed è andata alla grande). Gli allegati sono un sistema inefficiente per la scrittura collaborativa.

Io uso un blog solo, questo. Non voglio perdere tempo su blog multipli (è senza senso per me; altrove pubblico solo link a questo blog!).

Se volete condividere un'esperienza, considerate la possibilità di scrvere un post sul vostro blog e di mandarmi la url con un istant messanger, o, se è correlato a un mio post, scrivete l'url nel commento a quel post. Mi trovate facilmente su Skype. Possiedo un telefonino skype, così non devo essere per forza seduto con il mio portatile. Così potete sapere se voglio essere interrotto o no. A volte mi trovate anche su GTalk, ma sempre meno. In ogni caso, vi dirò dove sono, più che cosa faccio.

Quando sono fuori linea, mi potete trovare per cose professionali su LinkedIn (più frequentemente) o Naymz (lguardate questo account per favore, ce n'è un altro che non riesco a chiudere!). Per cose personali, cercatemi su Ipernity (specie se siete esperantisti) o Facebook, più raramente su Hi5.

Infine, poiché mi piacciono i libri, potete condividere esperienze libresche con me o suggerimenti grazie ad aNobii, l'unica rete sociale a tema di cui faccio parte. Non mi iscriverò ad altre, capitemi. Credo che potete iscrivervi voi a una delle mie, sono tutte molto usate e facili, e più o meno tradotte nelle vostre lingue preferite.

Queste politiche di posta dureranno fino a Ottobre 2008, quando spero di aver concluso la scrittura della tesi. E dopo? Restate sintonizzati!

Friday, June 27, 2008

My email policy

Dear contacts, I have listened to a great talk by Luis Suarez at the International Enterprise 2.0 forum in Varese this week. And I have taken a decision, after his talk: I do not want to waste time with email anymore. Tomorrow ESSAP will start and it will be definitely a long week, and afterwards I have to concentrate on my PhD dissertation writing. So, until the end of October I will adopt a very strict email policy, that I describe here: the link will be in my email signature.

First of all, I'm unsubscribing to every mailing list I ever had, at least in my mind. So what? Simply I do not read anymore mailing list messages. If you have a project to take over with me, consider that wikis are far more efficient than mailing lists. You can open one for free at PBWiki, that let users have full control on their privacy policies, if you want to do so.

For meeting arrangement with me, please invite me using Google Calendar. I check it at least once per day - I have a moleskine with me so to drop a note on paper when I'm not online, but it's like a backup.

If you want to send me a document I should edit, don't send it to me as an email attachment. Again, use a wiki or invite me to share a Google Doc, if you have to make a presentation collectively (I've just done it for the summer school with colleagues and it was great). Attachements are bad way to manage collaborative writing.

I do use only one blog, this one. I don't want to waste time taking care to multiple blogs (It's simply nonsensical for me; the only posts I publish elsewhere are about the permalink of this blog!).

If you want to share an experience, consider to write a blog post of your own and send the url via instant messanging to me, or, if related to a blog post of mine, write the url as a comment. You will find me quite easily via Skype. I own a skypephone, so I don't need to be sit in front of my laptop. In that way you will know if I want to be interrupted or not. Sometime you will also find me at GTalk, but more and more with less frequency. In any case, I will tell you where I am, more than what I'm doing.

When I'm off line, you can find me for professional topics at LinkedIn (more frequently) or Naymz (look at this account, there is another one I couldn't switch off!). For personal topics, look into Ipernity (especially if you are an Esperantist) or Facebook, more rarely in Hi5.

Last not least, I'm fond of books, so you can share experiences or suggestions through Anobii. That's the only focused social network I take part. I won't subscribe to any other social networks anymore, sorry. I think you can join one of the above, they are all quite popular and easy to use, and more or less translated in your favorite languages.

This email policy will last until October 2008, when hopefully I would have finished my PhD dissertation. Afterwards? Stay tuned!

Wednesday, November 28, 2007

Inglese precoce sì, ma attenzione

Messaggio da papà di due magnifici bambini in età prescolare. Mia figlia va all'ottima Casa dei Bambini Montessori di Milano (fascia d'età: 3-5), mentre mio figlio va all'altrettanto ottimo Il Bruco, (fascia d'età: 0-3).

Sembra che la preoccupazione maggiore, non tanto degli istituti, che si fanno carico di rispondere alle esigenze di bambini e genitori, quanto proprio dei genitori, sta nella supposta insufficiente "esposizione" alla lingua inglese. In realtà sia alla Montessori che al Bruco si stanno comportando molto bene, secondo me, e più di così non possono, anzi, non devono fare. Perché? Ci sono alcuni fatti, noti nella letteratura di pedagogia linguistica, che è bene che i genitori sappiano, e che qui riporto a beneficio di tutti.

Prima considerazione. I genitori non possono e non devono delegare in toto alle istituzioni scolastiche l'apprendimento delle lingue seconde, perché, per quanto si inizi presto a esporli all'inglese o ad altra lingua non presente nella quotidianità ambientale del bambino, non è automatico che i bambini raggiungano un livello di sicurezza nella lingua sufficiente per non vergognarsi o intimidirsi se sbagliano, se la lingua rimane relegata nella scuola. C'è una pletora di letteratura sul campo che lo conferma, anche in contesti naturalmente multilingui come il Belgio o il Canada. Detto in altre parole: la scuola è importante ma non basta. Se si vuole che il bambino impari l'inglese, l'uso dell'inglese in età prescolare va bene, ma dev'essere rafforzato dalla famiglia in maniera semplice e gioiosa. Come? Se non si è madrelingui inglese, non bisogna parlare in inglese al bambino per evitare di insegnargli pronuncia, sintassi e lessico subottimali, al massimo si può leggergli qualche libro e tradurglielo. Molto meglio fargli ascoltare canzoncine, fin dai primi anni, o cartoni animati, se più grandicelli, ovviamente appropriati, vale a dire cantati o recitati da madrelingua (per i cartoni animati consiglio il bellissimo Postman Pat della BBC: sono storie brevi, dalla trama non violenta e con un montaggio tranquillo, che rassicura i bambini). Ancora più importante sarebbe fare le vacanze in Inghilterra o altro paese naturalmente anglofono: in questo modo il bambino àncora l'inglese a un contesto felice (sono in ferie con mamma e papà) e a un luogo (a Milano si parla italiano, a Londra inglese: semplice e chiaro). Mi rendo conto che si tratta di un investimento per tutta la famiglia, ma non si scappa: la lingua si rafforza nel suo Sprachraum, il territorio linguistico proprio. In alternativa, si possono frequentare famiglie dove tutti parlano inglese, anche se non ci si deve stupire se i piccoli milanesi d'adozione vorranno parlare tra loro italiano nei loro giochi... Non importa, i suoni entreranno tranquillamente nella mente del bambino. E con essi sintassi, lessico e quant'altro, il bambino è un apprendente olistico.

Seconda considerazione. Gli inglesi parlano di natural language ma quello che è naturale, e quindi genetico, è la predisposizione a imparare a parlare una o più lingue da piccoli, ma nient'altro. Quale spazio linguistico viene appreso dipende dall'ambiente di vita del bambino. Detto ancora più chiaramente: la lingua primaria del bambino è la lingua primaria del suo ambiente di vita quotidiano. Anche la nostra espressione 'lingua materna' è fuorviante: non si impara la lingua della madre e basta, anche se è indubbio l'aspetto simbolico ed emotivo che la lingua parlata dalla madre ha sul bambino per tutta la vita, ma la lingua dominante che verrà parlata è quella dell'ambiente. Ne è la riprova il fatto che, per esempio, bambini cresciuti a Milano da genitori che provengono da altre regioni d'Italia avranno la prosodia (accento, cantilena, e altri fenomeni legati alla catena del parlato) tipici di Milano. Una prova ancora maggiore è il caso delle famiglie internazionali, dove per esempio la madre parla in giapponese al figlio, i genitori si parlano tra loro in inglese, e il padre è italiano. Se la famiglia vive a Milano, il bambino parlerà, italiano, inglese, giapponese. In quest'ordine di rilevanza, cioè l'italiano "vince" sulle altre lingue perché è la lingua dell'ambiente. Anche l'inglese è in una buona posizione, perché è ancorato dal bambino alla relazione tra mamma e papà. In un caso simile, la lingua da preservare e rafforzare è il giapponese. Chiedersi qual è la lingua materna o naturale in un caso simile non ha molto senso. Meglio parlare di spazio linguistico, dove l'italiano è lingua primaria (L1) mentre inglese e giapponese sono lingue secondarie (L2). La situazione sarebbe ribaltata tra mamma e papà se la famiglia abitasse a Tokio, naturalmente. Attenzione alle tate madrelingua: anche qui il rischio è di delegare la lingua alla tata. Se il bambino associa la lingua alla tata e basta, il successo della lingua dipende dalla sua relazione con la tata (discorso simile con la madre giapponese di cui sopra, se non si attuano gli opportuni rinforzi detti). Ma cosa si rischia? La risposta a questa domanda è contenuta nella terza considerazione.

Terza considerazione. Il punto è il seguente: il successo o fallimento della lingua dipende dalla relazione che si instaura tra il bambino e la lingua in oggetto, in questo caso l'inglese. Difatti, se la lingua non è associata a una situazione piacevole, divertente e ludica, il rischio -- molto concreto e tutt'altro che raro -- è il rigetto. Nel bambino si forma un blocco psicologico ad imparare quella lingua e, anche provando e riprovando a impararla anni dopo, da adolescente o da adulto, magari la imparerà, ma sarà sempre associata a fatica, sforzo, o addirittura a considerazioni estestiche ("non mi piace, mi fa schifo,è brutta," ecc.). E non c'è dubbio che, per quanto morbidi, attenti, gioiosi e positivi siano gli insegnanti (e vi assicuro che alla Montessori e al Bruco eccome se lo sono!) la scuola è il momento, lo spazio, il contesto, del dovere. Il che non esclude a priori il piacere, ma tale piacere è un valore che le istituzioni più attente come la Montessori o il Bruco, conquistano con la professionalità. Ecco che si ritorna alla seconda considerazione. Lo ripeto: i genitori non deleghino l'apprendimento linguistico alle istituzioni scolastiche. Perché molti genitori tendono a dare questa delega? Eccoci alla quarta considerazione.

Quarta considerazione. Il mio sospetto è che i genitori si vergognino o che temino che i figli non siano "adeguati alle esigenze del mondo d'oggi," e sapere l'inglese è, per l'appunto, un must. Ho una notizia da dargli: recenti studi di politica e pianificazione linguistica, tra l'altro alcuni sponsorizzati dal British Council, mostrano che, più la conoscenza del "basic English" (inglese di sopravvivenza) si espande sul globo, più le altre lingue di cultura diventano importanti, come per esempio: tedesco, francese, spagnolo, cinese, arabo, ma anche giapponese, swahili e russo. È una brutale, se vogliamo, legge economica: se il bene lingua inglese è patrimonio di tutti, il suo valore paradossalmente scende. Intendiamoci: la sua non conoscenza taglia fuori dalle grandi risorse di comunicazione del mondo; alcuni parlano addirittura di linguistic divide, divario linguistico, in analogia al divario digitale a proposito della (mancata) alfabetizzazione digitale, combattuta per esempio dal progetto One Laptop per Child (OLPC). Ma sapere l'inglese non basta. Sembra che i madrelingui inglese siano prigionieri del loro predominio, e la non conoscenza delle altre lingue di cultura è una barriera nell'entrare nei mercati emergenti, per esempio europei. Se si vuole "fare business" in Romania, per esempio, bisognerà alla fine masticare un po' di rumeno, il che significa non solo parlarlo ma anche sapere cos'è la palinka (una specie di grappa). Riassumendo: inglese sì, dunque, ma non basta. E in ogni caso senza forzare, pena il rischio di rigetto. Cosa chiedere dunque ai nidi e alle scuole materne o case dei bambini, nel caso della Montessori? (Quinta e ultima considerazione.)

Quinta considerazione. Che parlino in inglese ai nostri piccoli gioiosamente e tranquillamente in un contesto ben definito, come uno spazio aperto dove si parla inglese e basta (così quando si stufano i piccoli semplicemente se ne escono), oppure un tempo definito, dove c'è un rito di apertura e chiusura (una scatola magica, un gioco, una canzoncina), che annuncino inizio e fine del momento dell'inglese. Non devono fare di più, altrimenti la cosa diventa pesante per un bambino. Perché un bambino dovrebbe appassionarsi all'inglese, se non ha alcun ruolo nella sua vita? (Ecco, di nuovo, la centralità della seconda considerazione.) Per i più piccolini (0-3 anni) la cosa principale è l'ascolto della pronuncia nativa: l'apprendimento dei suoni fondamentali che formeranno lo spazio fonetico del bambino non va oltre l'anno e mezzo massimo due anni d'età, secondo gli studi più accreditati di psicologia dell'età evolutiva. La cosa migliore sarebbe fargli ascoltare il massimo numero di lingue possibili, le più diverse, a quell'età, con cd di ninnananne e filastrocche acompagnate da bei libri colorati. Non importa se nessuno in famiglia ci capisce nulla di yiddish, malgascio o il bararra... Nell'età prescolare i giochi della fonetica sono già fatti: bene avere un'insegnante madrelingua per trasmettergli un inglese modello, ma comunque la pronuncia che avranno non sarà da nativi inglesi, c'è poco da fare. Imparato dopo i tre anni, l'inglese sarà comunque una lingua seconda.

A meno che i vostri figli non appartengano a quell'1% della popolazione mondiale, che, per motivi tutt'oggi misteriosi, impara tutte le lingue a una velocità strabiliante, a qualsiasi età. Ma a questo punto non c'è motivo di preoccuparsi.

Freemindshare.com, the next web2.0 I needed!

Discovered through blog digging... It's easy. And it works. Try to have a glance to it! This is an example of a map of mine:

Monday, September 24, 2007

I defended my PhD minor dissertation last friday...

I feel better as I successfully defended my PhD Minor dissertation on wikimaps. For this term I mean: "wiki + cognitive mapping", not geotagging of wikis, as others do.

I tried to convey my yearly experience in XP coaching of the Varese XP-UG, and a proposal to keep trace of the ubiquitous language you should establish among software development process actors before writing down user stories.

I appreciated the comments of my three external advisors, i.e. Eric Evans, the creator of DDD, Jeff Conklin, the author of dialogue mapping and George Brett, who works with him.

I've just published the revised version of my thesis, that takes into account the comments by the advisors, for the general public.

P.S.
Wikimaps is also a software in Rails, which needs a fe tuning to be fully workable by non-specialists.

Monday, April 02, 2007

Web 2.0 ... The Machine is Us/ing Us

A video about the cultural anthropological shift of Web 20.0



Thanks to Matteo.

Friday, February 23, 2007

Tagging / Etichettatura / Etikedado: caveat

English: my readers, you see that blogroll is away, and tags are now a few. I gruped together a lot of tags along semantic areas. There are a lot europantisms as they talk more to the right cerebral hemisphere (e.g. Karl Kraus' Untergangster, a Deutscish mélange meaning Nazis, cited by Watzlawick I don't remember where). Moreover, I cut off my blogroll as I couldn't put every friend of mine inside. Better no one: I avoid making a distinction.

Italiano: i miei lettori avranno notato che non c'è più il blogroll e che le etichette sono diminuite di numero. Ho deciso di raggruppare le etichette secondo le aree semantiche, privilegiando parole europantiche, che parlano all'emisfero destro del cervello (come l'esempio di Karl Kraus Untergangster, macedonia inglesesca, per indicare i nazisti, citato da Watzlawick non so dove). Parimento, ho tolto il blogroll perché mi dispiaceva privilegiare alcuni amici invece di altri: tutti esclusi, tutti contenti.

Esperanto: miaj legantoj notu, ke bloglisto ne ĉeestas plu kaj etikedaro malabundas. Mi grupigis multajn etikedojn laŭ semantikaj areoj. Estas multaj eŭropantismoj ĉar ili parolas rekte al la dekstra cerba hemisfero (ekz. la vorto de Karl Kraus Untergangster, mikso anglogermana, por indiki naziojn, citita de Watzlawick mi ne memoras plu kie). Krome, mi eliminis blogliston por ke ne eblas kontentigi ĉiujn geamikojn. Pli bone neniun, ol diskrimini.

Friday, November 24, 2006

On the use of psychological taxonomies

Some papers use psychological taxonomies applied to ICT environments. The most popular here are Peter Senge's Fifth Discipline, Myers-Briggs Type Inventory (MBTI).

It is a fascinating idea, but it has some risks inside.

Let's take a common example, such as the learning styles by Honey and Mumford. They individuate theorists, who want rational and structured knowledge; reflectors prefers to obeserve and review; pragmatists, who look for practical applications and finally activists, who learn by experience.

But don't we use every learning style during our learning process?

The risk is to collocate yourself in one of the style, once for all. I think that everyone use more or less very style in his or her learning process. This is trivial, but when you evaluate automatically students' learning styles, as some papers show, the risk of using Ockam's razor as an axe is quite concrete...

Aware of this caveat, I was impressed by the paper presented yesterday by two nice girls from Gent Universiteit: how may you structure the information fluxus in a thread system, say a web forum? Their answer is: force people tag messages in a appropriate way, as the usual OT (Off Topic) subject mark is example. In particular, they tried to applied two different frameworks: De Bono (1991) Six Thinking Hats (unfortunately trademarked as Buzan's mind maps...) and Weinberger (2005) argumentation visualisation script (see this ACM citation). While the second one seems to be a rethorical basic taxonomy (argument, counterargument, integration), De Bono's one seems to be more articulated and it worked well with their students. They did use control group and a solid data analysis, unless most of their colleagues here! More details here about their work.

Thursday, November 23, 2006

Wanted: blended learning

Wow! First conference I see where every day posters change. I decided to post my notes following topics instead of conference time schedule, it sounds a more promising approach to me. But let's talk about the content...

Ok, we have cross-cultural communication (even if cyberspace is the product of western culture), temporal and geographical freedom, community of practice, multimedia accessibility... someone call all this new "academic literacies" (for instance, the old one is taking notes; the new one is how to search into electronic sources). And yes, forums allow to feel part of a learning community (of practice, if you like the term).

But what do we really want?

Productivity or creativity? the general feeling is, that students don't need more and more information, but a method to distinguish the important infos from the rubbish! If distance learning becomes "try to push buttons until the program let you enter the next level" we don't increase intelligence in our trainees more than in Weizenbaum's Eliza.

I feel there is a new wind in e-learning professionals, called blended learning. Yes, after the euphoria in distance learning for some years now the most advanced parts of the world as Canada reckon the value of face-to-face interaction, where accountability and course rigor is better. This happens as teachers are not so confident in technological self-efficacy. So, the solution is: use both, according to situations. After all, as Dianne Yee said (more or less), excellent instructors are so in every environment.

Nevertheless, yesterday Werner B. Korte, form Empirica, showed us how much the EU commission spend to make distance learning available to NMS (New Member States, in the EU jargon), project called i2010, because you need hardware and software before dealing with quality.

Out of topic: a great system for blind pupils was presented by a clever Japanese guy, really worth a look.

Monday, November 20, 2006

Ah, Sevilla... First conference day

And finally I'm here, at the Facultá de Communication, where m-ICTE is held this year. Not so difficult to find: with Google maps or likely services you really can't lose yourself anymore.

Among today's presentations (about 100 lectures during the whole conference!) something interesting emerged, that I report here. This morning I learned that there are some certification of e-learning quality, at least three (EFMD, CEL and SCIL) and they tell not always the obvious: (a) you should have surveys form the trainees about their feelings in the distance learning experiences; (b) these surveys show that videogame-learning style is preferred and (c) that mostly production workload don't enter the curriculum (neither teachers' nor students') -- this is a major problem in the field. A great spreadsheet about surveys was presented by Wannemacher.

Vicki L. Cohen ahd a very interesting talk about the literacy in our time. Our pupils learn to read through blogs, for instance, iPods, chats, text messaging, far more than on printed books. Which kind of new literacies get involved in reading e-text? We should teach students (a) how to select keywords in order to better googling, otherwise they browse only by clicks in trusted portals; (b) they learn factual knowledge instead of posing conceptual questions, and consequently (c) they do not know how to select reliable web sources and they try to find only one answer to the question, even if there are more possible good answers. She ese in classes a mind map software for kids called kidspiration. She is publishing a textbook about these topics, by sure worth a look.

An other fil rouge of the presentation was the use of videogames, especially to teach hard sciences such as maths or engineering -- a K-12 student example for Taiwan learners of English was presented. An interesting task was explaingin own land's holydays -- why esperantists don't do the same sort of things? I found useful insights form the notschool.net experience. They do use videogames to reach teenagers that abandoned school, and they explained their pedagogical method with a eBay or Wikipedia metaphor: learners seek out teachers form a wide available range of sources, as in these popular web sites. You should propose the best offer!

Yvonne Barnard form Eurisco showed a 4-level model to evaluate learning improvement, by Kirkpatrick, which is adaptable in a lot of contexts: (1) reaction of the trainess; (2) learning as improved knowledge, skills and attitudes; (3) behaviour, i.e. improvements in actual work and (4) results, i.e. organizational benefits. It's trivial to observe that without (3) and (4) your teaching method is a failure.

Wednesday, November 15, 2006

Mappe mentali per le cose da fare: esperienze



Enrico Mangano è autore di un interessante post sulla tecnica del pomodoro, e si è mostrato interessato sul mio uso delle mappe mentali per tenere traccia delle cose da fare -- la mia "todo list".

Tutte le cose che devo fare con il computer (il 99% delle cose lavorative, dunque) sono tracciate mediante una mappa mentale di freemind. Usa la mappa in complemento alla tecnica del pomodoro per tenere sott'occhio gli obiettivi a medio termine, la "big picture".

La mia mappa TODO di ieri la vedete in figura in alto: i numeri indicano le priorità temporali di quello che devo fare, in termini di obiettivi -- per una granularità operativa, uso i pomodori. Le etichette in maiuscolo o CamelCase (come si dice in italiano?!?) indicano le mie personalissime macroaree di lavoro.

Dico di ieri perché il ramo marcato come "1" l'ho cancellato, brutalmente, avendo fatto la mia conferenza ieri, senza salvarlo, tanto ho la traccia dei pomodori sul processo di sviluppo. Dopo aver cancellato un ramo (che soddisfazione, ragazzi!), cambio la priorità ai rami rimanenti o ne aggiungo di nuovi, come nella mappa di oggi (in figura qui in basso):



Notate che ci sono dei rami non espansi: sono cose da fare in là, non immediate e quindi richiuse in se stesse per non complicare il colpo d'occhio. Purtuttavia, sono già ben definite in compiti di medio periodo. Per "medio periodo" intendo al massimo un mese di lavoro: per esempio, il ramo della tesi di dottorato è alquanto complesso, e se non ne sto facengo un pezzo.

Thinkature, the web whiteboard


Thanks to Matteo who drop me a note about it! What about? Thinkature, the web whiteboard for remote brain storming and idea collaboration (I tried using in chat with two colleagues of mine, and it was a cool experience).

By the moment, Thinkature servers are slooow, but I'm sure this is not a real problem. Should you switch off your beloved Freemind? you may ask.

Well, not really. it doesn't work on line, and I often sketc my idea privately, not collaboratively, at least at the first glance. But sure there will be occasion where Thinkature may play a role.

Thursday, October 26, 2006

Mappe del potere Usa e Italia a confronto

In Let's visualize 'em Mikele Pasin -- tra le altre cose -- cita la mappa del potere dei Consigli d'Amministrazione Usa. Be', vale la pena di scaricarsi anche la mappa del potere dei consigli d'Amministrazione in Italia, segnalata tempo fa da Beppe Grillo.

Angoscianti.

Wednesday, October 25, 2006

Mappe mentali anche di carta...



Per fugare ogni dubbio, io ho sempre dietro nel borsello una moleskine in carta bianca per appunti, idee e... mappe mentali :)

Sono consigliate anche su Notes about Notes.

Monday, October 23, 2006

Simple agile games with no material needed...

Our experience of the ESSAP started with a mind map, as shown below:



..but there are a lot of practices both useful and funny. Take agile games, for example. Thanks to our agile web sites digger Matteo, I discovered a couple or more with no need of material that I definitely suggest to try: Me and My Shadow I already did without knowing, it's perfect to have feedback from customers, and Prune the Product Tree is also fit to mind maps that grow too large -- I mean mind maps or the like about a product or service, especially if they describe a feature set.

I role as the customer in the Open Agile Team initiative by the newborn Varese XPUG sometimes it's hard to prioritize features. 20/20 Visions is far simple but effective.

Last not least, I will suggest to try Remember the Future in the next ESSAP if so.

Wednesday, October 18, 2006

DeliciousMind = Del.icio.us + Freemind


Thanks to a friend of mine, Mikele Pasin, I discovered this small but very interesting application, certainly appreciated by every FreeMind user. It's called DeliciousMind and it convertes statically an XML file of del.icio.us tags into a mind map. Grazie, Mikele!

Evaluation. If you carefully look at my screenshot you notice that there are some drawbacks in it: (1) it is statical, you can't fetch your del.icio.us tags on the fly and represent it in a mind map; (2) if you have multiple tags for a link, this appear duplicated in your freemind map.

I should think about it more deeply; maybe this will be the subject for a thesis...