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Annuncio spostamento blog


Ho deciso di muovere la mia pagina web accademica e il mio blog in un posto unico, e ho scelto di fare un blog e il sito con l'hosting gratuito su wordpress. Per favore, aggiornate i vostri feed reader al seguente indirizzo:

feed://feeds.feedburner.com/FedericoGobboBlogo

Se mai cambierò di nuovo, aggiornerò il feed, così voi non vi accorgerete di nulla. Analogamente, mi sono deciso a comprare un dominio che rimarrà anch'esso permanente:

http://federicogobbo.name

Tutto ciò che ho pubblicato sul blog di Blogspot rimarrà intatto perché già riferito nel web, perciò non ha senso toglierlo. Per non perdermi di vista, potete farvi vedere in qualche social network. Quelle a cui partecipo sono tutte listate a questo indirizzo.

Blog Change News


I moved my academic web page and my blog in one place, and they are both hosted (i.e., web page and blog) with the free hosting by wordpress. Please, update your feed readers with the following:

feed://feeds.feedburner.com/FedericoGobboBlogo

If I would ever change again, I will update the feed, so you won't notice. Analogously, I finally decided to buy a domain for me. This will act as a permanent url:

http://federicogobbo.name

Every post I published in the Blogspot blog will remain here as it is already spidered by the web. If you want to be in touch with me, consider to knock me via some social network. Mine are listed here.

Ŝanĝo de blogmotoro


Mi portis mian universitatanan tekstejon kaj mian blogon al ununura ejo, ambaŭ gastigitaj de Vordpreso. Bonvolu aktualigi vian rettralegilon al la sekva treleg-adreso:

feed://feeds.feedburner.com/FedericoGobboBlogo

Se mi volus ŝanĝi denove ejon, mi aktualigos la traleg-adreson, tiel ke, vi eĉ ne notos la ŝanĝon. Simile, mi finfine min decidis aĉeti porĉiaman ttt-adreson por mi:

http://federicogobbo.name

Ĉiu blogaĵo kion mi eldonis per Blogspoto restos tie ĉar jam araneigita ttt-e. Se vi volas resti en kontakto kun mi, frapu al iu socia reto kiun mi partoprenas. La kompletan liston vi trovas tie ĉ.




Sunday, December 24, 2006

Welby morto cristianamente?

Ricevo e volentieri pubblico, da parte di Sandro Vesce, amico di famiglia, un suo comunicato, con preghiera di diffusione:

Un intimo amico del dottor Welby, amico anche mio da lunga data, mi ha mandato copia di un appunto di lui, dettato negli ultimi tempi, pregandomi di diffonderlo. Ho pensato di farvelo pervenire.

Una cosa è sicura dell’uomo, che è mortale. Il Signore ci dà la vita, il Signore poi ce la toglie. Di regola a settanta, ottant’anni, ma non di rado anche prima. A qualcuno senza preavviso, su due piedi, a qualcun altro preavvisandolo, con una malattia fin dall’inizio destinata a portare nell’Aldilà. Verrò prima del tuo previsto, dice in questo caso, e ti chiederò indietro la vita che ti ho dato. Quando capita a noi, come tutti i debitori dilazioniamo se possibile la restituzione del bene e perciò ci opponiamo con ogni mezzo alla malattia mortale, pur nella consapevolezza che è inutile. Il Signore è buono, sa che dovremmo aver fiducia in lui e non temere di metterci nelle sue mani, ma sa anche che la nostra fede è debole e che l’ignoto ci spaventa. Quindi, nella sua misericordia, e un po’ sorridendo di questi suoi figli, non condanna che pur essendoci pervenuta la precisa richiesta prolunghiamo di alquanto il possesso della vita. Di alquanto. Ma io, Welby, sono quarant’anni che non gliela rendo, da parecchi appellandomi come cavillo a una macchina, la quale ormai compie tutto per me. Tutto tranne farmi da coscienza, e la coscienza mi interroga: è fede in Dio la mia che mi sottraggo al suo incontro e mi tengo stretto a un meccanismo invece di accettare il suo abbraccio? Sempre più penso di no, penso che fede, almeno per me, non parlo per un altro, sarebbe un bel momento cessare di recalcitrare. Mi dice qualcuno che a chiedere di staccare la spina rifiuterei la vita, che è dono di Dio. Ma io mi domando: inviandomi in questo secolo questa particolare malattia, il Signore mi ha chiesto la mia vita indietro. Col volere mantenerla assolutamente, a qualunque condizione, non antepongo il dono di Dio a Dio stesso? Mi prescrivono di rimanere abbarbicato alla vita: non fanno così i pagani, che non hanno speranza? Forse finirà che mi rifiuteranno il funerale religioso, ma anche Gesù fu condannato perchè faceva la volontà del Padre, e secondo la profezia di Isaia venne sepolto fra i malfattori.

Mio Dio, cosa ho detto. Signore, perdonami questa audacia. Abbi pietà di me, che sono un peccatore.

L’amico comune non era presente alla morte del dottor Welby e non può dire se è avvenuta in questa disposizione. Ha inteso, immagino per dare conforto, segnalarne la possibilità.
Sandro Vesce

Un pensiero molto natalizio

Ho seguito la vicenda di Piergiorgio Welby, come molti italiani. Non mi stupisce la negazione della curia di officiare il rito religioso, in fondo è nel loro diritto. Per il resto, è inammissibile che il mio Paese sia ostaggio di una Chiesa, che porta avanti una visione burocratica e anticristiana dell'umanità e quindi anche del cristianesimo, quello vero. Piergiorgio Welby il 16 Maggio 2002 ha scritto:

In un società, profondamente cinica e indifferente che ha fatto del disprezzo per la vita una sua griffe inconfondibile, un dato oggettivo incontestabile e che proprio per questa peculiarità sarà ricordata nei secoli futuri nei testi scolastici…in questa società, dico, è proibito ai disperati, ai malati senza speranza, ai sofferenti in stadio terminale, a tutti quelli insomma per i quali la vita è diventata una sofferenza indicibile e dove l’unico sollievo che hanno è la speranza di chiudere gli occhi la sera e non riaprirli al mattino, a loro è fatto divieto assoluto e inderogabile di morire conservando ancora un briciolo di dignità. Puoi far sopprimere un cane od un altro animale per risparmiargli dolori inutili, ma un uomo no! Un uomo deve entrare nel circuito perverso delle sale di rianimazione, dei tubi, delle sonde, dei cateteri, dei decubiti, del puzzo di merda e di paura, delle mani impietose che incidono, raschiano, suturano, ispezionano, svuotano, aspirano ...e tutto questo solo per un gioco infame chiamato progresso scientifico…e per le convinzioni? dei Sgreccia, dei Ratzinger, dei Ruini, dei Tonini, dei Buttiglione ecc. e mentre loro filosofeggiano e ti sventolano sotto al naso le loro verità (hanno sempre una verità in tasca…pronta e preconfezionata) ...monolitiche e inossidabili (tanto possono sempre chiedere scusa delle loro cazzate ...tra un centinaio d’anni)...migliaia di disgraziati cercano una impossibile via di fuga.


Citato da Milda reveno

Wednesday, December 20, 2006

Bahaviour Driven Development, a lingua franca for customers and developers


Luke Redpath wrote a very interesting post on Behaviour Driven Development (BBD), the missing step in the agile practices arena, inheriting some good idea from Domain Driven Design -- read the introduction by Martin Fowler (see picture) or the PDF book Domain Driven Design Quickly. It's free if you register.

If you have ever felt that Test Driven Development (TDD) is great but you need a human-human interface to talk to customers (not always) on site, or that TDD practice doesn't go beyond your code activity, BBD introduction is worth a read.

Not something against TDD but integrating, in favour of one of my educational missions: working for one culture, against the false dichotomy humanists vs. technologists.

Quoting:
BDD relies on the use of a very specific (and small) Vocabulary to minimise miscommunication and to ensure that everyone – the business, developers, testers, analysts and managers – are not only on the same page but using the same words. It must be stressed that BDD is a rephrasing of existing good practice, it is not a radically new departure. Its aim is to bring together existing, well-established techniques under a common banner and with a consistent and unambiguous terminology. In fact, “getting the words right” was the starting point for the development of BDD, and is still very much at its core. “Getting the words right” is intended to produce a vocabulary that is accurate, accessible, descriptive and consistent.

Thanks to Matteo's post for this link discover.

Il fantasma di Monza

Qualche settimana fa ero passato a trovare i miei e ho passato un interessante pomeriggio con mio fratello Sebastiano, di tredici anni. Voleva fare qualcosa di interessante e nuovo con il computer, che non fosse clicca-furiosamente-sullo-schermo-per-colpire-tutto-ciò-che-si-muove.

Gli ho proposto di scrivere insieme un videogioco, scrivendo un'avventura in Inform7, l'innovativo linguaggio di storie interattive scritto in un sottoinsieme dell'inglese. La storia l'ha inventata ovviamente lui. Da notare che era la prima avventura interattiva anche per me, e la prima volta che usavo il linguaggio.

In cinque pomodori (due ore) abbiamo lavorato in programmazione a coppie ruotandoci alla tastiera ad ogni pomodoro e abbiamo completato il primo rilascio di Monza's Phantom, che è entrato nell'archivio ufficiale internazionale delle storie interattive -- il mio regalo di Natale per lui: la sua prima pubblicazione su web in un prestigiosissimo sito!

Sebastiano si è divertito moltissimo, il che era il mio obiettivo per quel sabato pomeriggio! Era molto contento di usare l'inglese per qualcosa di divertente (la prima volta, a sentir lui) ed esaltatissimo di aver costruito un videogioco funzionante -- mio padre l'ha testato, cioè giocato, ed era piacevolmente sorpreso dal risultato.

Inoltre, era la prima volta che mio fratello programmava, ovviamente senza che io gli avessi detto che stava programmando o altro, stavamo giocando e punto. E devo dire che le tecniche agili superano benissimo anche questa prova. Intanto, la rotazione della programmazione a coppie mi ha permesso che non si distraesse. Poi, ogni volta che completavamo una frase/clausola subito facevamo il test d'accettazione, cioè facevamo girare il codice e provavamo a giocare. È chiaro che non potevamo fare i test in anticipo in questo caso... Ma tant'è. Mi ha fatto domande interessantissime, del tipo "perché devo scrivere per filo e per segno tutto quanto? Il computer non capisce niente?" Io gli ho spiegato che il computer è preciso da un lato e gnucco dall'altro. Preciso perché vuole le cose scritte chiare per far andare la storia, gnucco perché una virgoletta mancante e lui non capisce più niente. Credo che Sebastiano abbia capito molte cose del funzionamento di un computer quel pomeriggio, e io mi sono divertito almeno quanto lui.

Ecco il sorgente della storia:

"Monza's Phantom" by Sebastiano e Federico Gobbo

When play begins: say "The great phantom of Monza is lost. Would you help to found it?"

Piazza Roma is a room. "You are at Piazza Roma, a small square in an interesting town in the Northen part of Italy, next to Milan. At the center there is a fountain. A middle age building is east of Piazza Roma."

A fountain is here. The fountain is fixed in place. "The fountain is a young woman with a frog in her hand. From the frog's mouth water sprinkles out in the fountain." A silver key is in the fountain. The key is portable. The description of the silver key is "It is a small silver key that can lay in the palm of your hand."

Arengario's Portico is a room. The Arengario's Portico is east of Piazza Roma. "Arengario is a building made of red bricks. Under the main part there is a portico. You are inside the portico. There is a wooden door that leads to the main building."

The wooden door is a door. The wooden door is inside of the Arengario's Portico. The wooden door is scenery. "The door, that stays inside the Arengario's portico is very old and it is locked." The wooden door is lockable and locked. Through it is the Arengario's Main Building. The silver key unlocks the wooden door.

Arengario's Main Building is a room. "You go upstairs and enter the main building. Inside the main building there is a big box." Above the Arengario's Portico is the Arengario's Main Building.

A big box is here. The big box is scenery. The big box is a closed openable container. The description of the big box is "The big box is iron made. It is heavy and closed. It is trembling."

Instead of opening the box, end the game saying "A phantom go out of the iron box and it is now free thanks to you! He says -- good-bye my friend! -- and flies away in the blue sky.".

Tuesday, December 19, 2006

Cosa fate nelle pause tra un pomodoro e l'altro?

No, non sono impazzito... Se non capite il titolo, leggetevi almeno questo mio vecchio post per capire di cosa sto parlando. Un aspetto po co trattato della tecnica del pomodoro a mio avviso sono le pause. Cosa succede in quei cinque minuti fatidici? Riuscite a staccare veramente? Io all'inizio ho avuto le mie difficoltà.

Innanzitutto, ho visto che bisogna togliere subito le dita dalla tastiera e mouse come se fossero incandescenti. E fare qualcosa di esterno al computer. All'inizio, infatti, davo un'occhiata alla posta o cliccavo in giro sul web... ma non era efficace. La cosa migliore è alzare il sedere dalla sedia.

Ma che fare se non si sa può alzare il sedere dalla sedia senza dare nell'occhio? Io ho mutuato alcuni esercizi dal Qi Gong della dottoressa Ma come li ho ricavati dall'insegnamento di Dominque Ferraro. Possono essere fatti da chiunque da seduto: non richiedono conoscenza tecnica particolare, non sono particolarmente legati alla cultura cinese (si ritrovano anche in tecniche di training autogeno occidentali), e sono veloci da fare (meno di un minuto!). Sono piú difficili da scrivere che da fare. Non preoccupatevi se non sentite nessun effetto le prime volte. Abbiate fiducia e insistete. Potete farli in qualsiasi ordine e quante volte volete, vi farà solo bene.

Per prima cosa toglietevi gli occhiali, se li indossate.

Primo esercizio: palmi sugli occhi. Appoggiate la base del palmo (vicino al polso) sull'orbita inferiore dell'occhio e coprite delicatamente gli occhi con entrambe le mani. Delicatamente, senza premere gli occhi. Visualizzate uno schermo nero per vuotare la mente. Inspirate. All'espirazione portate giú le mani lungo le guance e riaprite gli occhi. Potreste sentire i muscoli attorno all'occhio rilassati.

Secondo esercizio: pettinare i capelli. Mettete le punte delle dita sulla fronte e pettinatevi i capelli, inspirando. Giunti alla nuca, appoggiate i palmi sul collo ed espirate, stirando leggermente il collo. Rilasciare le mani in avanti. Se sentite un brivido di freddo che scende dalla schiena, congratulazioni! Avete rilassato le cervicali, che si tendono quando si usa il computer per molte ore.

Terzo esercizio: soffiare e tirare i lobi. Prendete i lobi delle orecchie tra la punta del pollice e l'indice e tirate leggermente verso il basso. Soffiate silenziosamente, come doveste far volare una piuma: il soffio è freddo e sottile. Ripetete sei volte. Se percepite un frescore negli occhi, che si sono inumiditi, e una maggiore chiarezza d'ascolto, ottimo, l'esercizio vi ha giovato!

Quarto esercizio: cerchiolini sulle orecchie. Avvicinate il centro del palmo della mano al centro dell'orecchio, dove c'è il condotto uditivo, alla distanza di due dita circa. Tenete le spalle rilassate mentre avvicinate le mani alle orecchie. Ora disegnate dei cerchiolini in aria in avanti con entrambe le mani. Il movimento &egravE; quasi impercettibile. Prestate attenzione all'ascolto. Dovreste sentire un suono caratteristico. Dopo qualche cerchiolino (io ne faccio sei per volta), fate scendere le braccia lentamente, espirando. Potreste avere una sensazione di percezione dell'ambiente piú nitida, sia all'udito che alla vista, e una sensazione di rilassatezza al collo.

Potrei farmi buddista...


Il Dalai Lama non cessa mai di stupirmi, piacevolemente, s'intende. Fin dal 1988 ha dichiarato che la soluzione politica al problema tibetano è la via non-violenta del Süd Tirol/Alto Adige e l'anno scorso ha parlato dell'etica del Terzo Millennio nell'era della globalizzazione proprio a Bolzano (report ufficiale). Queste riflessioni sono culminate nel libro Ethics for the New Millennium, in italiano Una rivoluzione per la pace, che sicuramente leggerò Chi mi conosce bene sa quanto ho a cuore i monti sudtirolesi, e tutto questo non poteva che toccarmi profondamente...

Ma l'altro giorno ho avuto la sorpresa.

Il primo giugno 2006, alla cerimonia annuale Light of Truth Awards, il premio dato a individui e istituzioni che fanno conoscere i problemi legati al riconoscimento del Tibet, il Dalai Lama ha premiato la casa editrice Hergé. Fin qui nulla di strano, direte voi... La cosa sorprendente (ma forse no, in fondo) è che Sua Santità ha distribuito copie del fumetto Tintin in Tibet esclusivamente nella versione esperanto (come fa fede la foto che riproduco qui e questo articolo dei tintinaires catalani), auspicando che un giorno tutti noi parliamo una lingua comune.

Dankon, kara Dalailamao!

Ulteo, ultima frontiera Linux


Gaël Duval fin da quando inventò Mandrake ha sempre voluto portare Linux sul desktop. Alcuni sanno che da un po' di tempo ha lanciato il progetto Ulteo, non (solo) una nuova distribuzione Linux -- basata su Kubuntu -- ma qualcosa di piú. Per chi sa il francese, c'è una interessante intervista sulla filosofia di Ulteo s PCinpact.Ecco uno stralcio del messaggio spedito a tutti gli iscritti di lingua italiana

Ulteo è stata disegnata per semplificare in maniera definitiva l'utilizzo dei computer.

Noi pensiamo che gli utenti dei computer odierni spendano
troppo tempo eseguendo attività di amministrazione come
queste:

- installazione del sistema
- amministrazione del sistema
- manutenzione del sistema
- aggiornamento del sistema
- installazione di applicazioni
- aggiornamento delle applicazioni presenti sul sistema
- etc...

Il risultato di queste attività è che gli utenti eseguono
attività che dovrebbero essere riservate a specialisti dei
computer, mentre pensiamo che essi dovrebbero occupare il
loro tempo usando le applicazioni di cui hanno bisogno.
Ulteo tenta di dare delle risposte a questi problemi.

La prima risposta che diamo è quella di considerare Sistema
Operativo + applicazioni come un solo sistema che potremmo
definire un "Application System". Questo sistema dovrebbe:

1 - fornire sempre le applicazioni stabili più aggiornate
ed aggiornarsi automaticamente

2 - richiedere nessuna o pochissima manutenzione all'utente

3 - aprire potenzialmente gli orizzonti dell'utente a
qualsiasi applicazione esistente, nel modo più semplice

Interessante, non è vero? Pensate a un linux virtualizzato interamente nella finestra di un browser, per esempio. Per ora c'è la prima (e loro dicono l'ultima!) versione del CD d'installazione di Ulteo. L'ho provata in versione live, ed è pulita, ben fatta.

Restate in ascolto, alla prossima puntata!

Friday, December 15, 2006

Ineguaglianze accademiche / Akademiaj malegalecoj















In occasione del giorno dell'esperanto ho deciso di aderire alla campagna degli esperantisti Usa, che hanno proposto una festa dei blog. Voglio dunque scrivere due righe su un ambiente che comincio a conoscere un po' bene, quello accademico. Come molti sanno, l'attività accademica si divide in due parti principali, la ricerca e la didattica (c'è una terza parte di tipo amministrativo-burocratico di cui tutti farebbero a meno ma purtroppo non si può). Io vivo questa attività in una sostanziale situazione di diglossia: faccio didattica esclusivamente in italiano (per fortuna per i miei studenti!) e faccio ricerca principalmente in inglese, e molto meno in italiano e ancor meno in esperanto. Perché questo?

Esperanto-tago
Okaze de la esperanto-tago mi decidis adheri al la kampanjo de la usonanaj esperantistoj, kiuj proponis blogfeston. Mi do volas verketi pri medio kiun mi ekkonas iel bone, nome akademia. Kiel sciite, la akademia aktiveco dividiĝas en du partoj: esplorado kaj didaktiko (estas ja tria buroa-administrema parto kiun ĉiu volonte evitus sed bedaŭrinde ne eblas). Mi vivas mian aktivadon en substanca situacio de diglosio: mi didaktikas nur en la itala (bonŝance por miaj gestudentoj!) kaj mi esploradas precipe en la angla, kaj multe malpli en la itala kaj ankoraŭ en esperanto. Kial tio?

La risposta è ovvia: perché le scienze dure in primis sono globalizzate -- il che significa linguisticamente anglofone. E l'informatica (sorvoliamo su quanto sia dura come scienza) prima di tutte, essendo parte in causa di questa globalizzazione, avendo fornito il supporto tecnologico su cui pubblico ora, cioè il web. Le conseguenze sono ovvie: ci metto il doppio del tempo di un nativo inglese a pubblicare un articolo, perché viviamo tutti nel regime dittatoriale del publish or perish, e dobbiamo pubblicare in certe riviste per avere prestigio e meno in altre, e questa è la prima chiara forma di ineguaglianza. Ma se per l'informatica e le scienze dure può avere un senso uniformare tutto, sicuramente questo senso non c'è nel caso delle scienze umane o di confine, come la linguistica, che è molto formalizzata ma il cui oggetto di studio riguarda chiaramente gli esseri umani.

La respondo malsurprizas: kial dursciencoj antaŭe tutmondiĝis -- tio signifas lingvavidpunkte anglemi. Kaj informadiko (ne zorge pri kiom duras ĝi kiel scienco) antaŭ la aliaj, ĉar informadiko aktive kontribuis tutmondadon per la teknologio kiun mi estas uzanta por publiki nun, nome la TTT. Konsekvencoj klaras: duoblo da tempo por publiki sciencan artikolon kompare kun denaska anglalingvano, ĉar ĉiu el ni vivas en la diktatora reĝimo publish or perish, kaj ni devas publiki en kelkaj revuoj por prestiĝi kaj malpli grave en aliaj, kaj tio estas la unua klara formo de malegaleco. Sed, se por informadiko kaj dursciencoj povas iel senci unuformigi ĉion, nepre ne kaze de homaj aŝ limaj sciencoj, kiel lingvistiko, kiu estas tre formaligita sed kies studobjekto klare koncernas homojn.

È terribile leggere articoli scientifici di linguistica riguardanti lingue diverse dall'inglese che in bibliografia non hanno nemmeno una entrata scritta in detta lingua (salvo siano lingue in pericolo o mai scritte, certo). Eppure questo accade, sempre piú spesso. Tutti si riempiono la bocca di parole come 'parità linguistica', 'diritto umano alla lingua', 'multilinguismo come educazione alla diversità', e poi nella pratica... Ha ragione un amico orientalista, che mi dice che loro hanno per forza una marcia in piú di molti linguisti: per studiare bene lingue come l'arabo classico o l'aramaico devi leggerti una grammatica in spagnolo, una monografia in tedesco, pubblicazioni in francese e inglese, nonché articoli in arabo, ebraico e aramaico... È chiaro che rispetto a un esperto di Shakespeare, Proust o Dante devi per forza padroneggiare, perlomeno per iscritto, molte pi&ucaute; lingue. Con l'importante conseguenza che un orientalista magari ci mette il triplo a pubblicare, però poi i contenuti, che diamine, hanno ben altra solidità. Non credete?

Terure oni legas lingvistikajn sciencartikolojn pri ne-anglaj lingvoj kiujn bibliografie enhavas eĉ ne ununura indiko en la pritraktita lingvo (kompreneble, se ili ne estas lingvoj en danĝero aŭ neniam skribitaj). Tamen tio okazas, ĉiam pli ofte. Homoj kvakas vortojn kiel 'lingva egaleco', 'lingvaj homaj rajtoj', 'multlingvismo kiel edukado al diverseco', sed poste praktike... Pravas amiko mia, orientalisto, kiu diras, ke orientalistoj volenevole pli lertas de multaj lingvistoj: por studadi parkere lingvojn kiel la klasika araba aŭ la aramea oni devas legi gramatikon en la hispana, monografion en la germana, eldonseriojn en la franca kaj la angla, krom artikoloj en la araba, hebrea kaj aramea mem... Klaras, ke kompare al spertulo pri Shakespeare, Proust aŭ Dante oni devas manaĝi, almanŭ lege, multajn pli lingvojn. Kun la grava konsekvenco, ke orientalisto eble bezonas trioblon da tempo por publiki, sed poste la enhavo, diable, havos vere alian grundon, ĉu vi ne samopinias?

Monday, December 04, 2006

Is a language intellectual property of its speakers?

If you believe this question to be silly, read this news. Chile's Mapuche Indians vs. Microsoft, as they didn't authorize Windows translation in their language. Spite of my antipathy in respect of Microsoft, I feel the company is right this time. Who owns a language? Should we copyright even languages? I think no. If they don't want to use Windows in their language, they are free not to do so.

In any case, a very interesting story.

Thursday, November 30, 2006

Cowboy Bebop: mangao enhavas esperantaĵon!


Jes ja, mi trovis esperantan skribaĵon en la mangao Cowboy Bebop. Nekredeble!!!

Friday, November 24, 2006

On research papers based on questionnaires

My second bad feeling about some papers is the use of students in questionnaires about learning method evaluation. My First Assumption is: students always lie. Participants' feedback is always too high. No one will ever tell you are completely wrong in doing your work, if you play a role hierarchically higher than every particiant's, as teacher role is, whatever pedagogical framework you actually use.

Corollary: do not base your research only on student-based questionnaires. And please provide a control group! This is sociological basics!

Integrating ICT into school curricula: the Fifth Dimension project.

This morning two people from Australia presented the Fifth Dimension project, which I was unaware about. Based on the cultural-historical Activity theory by Mike Cole, the teach digital media production to pupils (10-13 age) with Garageband and other good mac stuff, using a lot of examples as the famous movie Chicken Run and of course mind maps and brainstorming.

See the results in their web site!

Virtual words to teach object orienting programming?

Everybody gets cracy about virtual worlds for group world, such as Second Life or SLoodle (connected with Moodle LMS). As they are developed with an object-oriented technology, you may use them to teach object-orienting programming: imagine how feel students learning to use obejcets through real objects (in the virtual world of course).

Why not?

On the use of psychological taxonomies

Some papers use psychological taxonomies applied to ICT environments. The most popular here are Peter Senge's Fifth Discipline, Myers-Briggs Type Inventory (MBTI).

It is a fascinating idea, but it has some risks inside.

Let's take a common example, such as the learning styles by Honey and Mumford. They individuate theorists, who want rational and structured knowledge; reflectors prefers to obeserve and review; pragmatists, who look for practical applications and finally activists, who learn by experience.

But don't we use every learning style during our learning process?

The risk is to collocate yourself in one of the style, once for all. I think that everyone use more or less very style in his or her learning process. This is trivial, but when you evaluate automatically students' learning styles, as some papers show, the risk of using Ockam's razor as an axe is quite concrete...

Aware of this caveat, I was impressed by the paper presented yesterday by two nice girls from Gent Universiteit: how may you structure the information fluxus in a thread system, say a web forum? Their answer is: force people tag messages in a appropriate way, as the usual OT (Off Topic) subject mark is example. In particular, they tried to applied two different frameworks: De Bono (1991) Six Thinking Hats (unfortunately trademarked as Buzan's mind maps...) and Weinberger (2005) argumentation visualisation script (see this ACM citation). While the second one seems to be a rethorical basic taxonomy (argument, counterargument, integration), De Bono's one seems to be more articulated and it worked well with their students. They did use control group and a solid data analysis, unless most of their colleagues here! More details here about their work.

An original way conducting an oral presentation

Yesterday Mike De Kreek and Josephine Lappia showed the most exiting interactive oral presentation I've ever seen. Every participant holds three different colored cards, i.e. red, yellow and green (as traffic-lights). They put general questions about their paper. If you want to examine a particular question, you should raise the green card. If the question isn't clear enough, you raise the yellow one. if the question has no interest for you, raise the red one (indeed, in this case people didn't raise any card at all.

From Josephine I learned I'm a knowledge broker, that is someone who loves to create connections between community of practices. Sounds good.

One interesting thing that was focused in this presentation was a common risk of publicly available e-learning content. The risk is that people out of your institution see and use the content far more than people within, and they are almost all free riders, i.e. they catch content put they don't contribute to its development. Let's describe it with a table metaphor: people join a table discussion, they don't say anything at all and at last they take proceedings without ever say goodbye.

Does anyone participating at conferences have a sense of deja vu?

On the technological ignorance in some e-learning researchers

I have a bad general feeling about a specific aspect during the panel "pedagogical aspects" in this conference. It's true that Technical problems need to be addressed very careful before classes start. As Maria Teresa Ciaffaroni told us with W.B. Yeats,
education is not the filling of a pail, but the lighting of a fire.
A lot of people talk about the constructivism learning perspective (with the usual references: Rogoff 1990, Duffy and Cunningham 1996, Vygotsky 1962, 1978) in a technological context totally unfit to the very perspective! But if you don't know the underlying technology basic choices (i.e. LMS vs. blogs vs. wikis) you can't really say something pedagogically new, as the fundamental decisions were already taken by someone else, in particular the software designers, usually -- but not always, as Ward Cunningham explains about wikis -- unaware of the underlying pedagogical framework.

Summary of my argument. We need an explicit learning theory, in order not to fall to the 'silver bullet' conception of technology. In fact, as Maria Teresa (again!) said: there is no ready-made software tool for learning suitable for every occasion once for all.

Thursday, November 23, 2006

Wanted: blended learning

Wow! First conference I see where every day posters change. I decided to post my notes following topics instead of conference time schedule, it sounds a more promising approach to me. But let's talk about the content...

Ok, we have cross-cultural communication (even if cyberspace is the product of western culture), temporal and geographical freedom, community of practice, multimedia accessibility... someone call all this new "academic literacies" (for instance, the old one is taking notes; the new one is how to search into electronic sources). And yes, forums allow to feel part of a learning community (of practice, if you like the term).

But what do we really want?

Productivity or creativity? the general feeling is, that students don't need more and more information, but a method to distinguish the important infos from the rubbish! If distance learning becomes "try to push buttons until the program let you enter the next level" we don't increase intelligence in our trainees more than in Weizenbaum's Eliza.

I feel there is a new wind in e-learning professionals, called blended learning. Yes, after the euphoria in distance learning for some years now the most advanced parts of the world as Canada reckon the value of face-to-face interaction, where accountability and course rigor is better. This happens as teachers are not so confident in technological self-efficacy. So, the solution is: use both, according to situations. After all, as Dianne Yee said (more or less), excellent instructors are so in every environment.

Nevertheless, yesterday Werner B. Korte, form Empirica, showed us how much the EU commission spend to make distance learning available to NMS (New Member States, in the EU jargon), project called i2010, because you need hardware and software before dealing with quality.

Out of topic: a great system for blind pupils was presented by a clever Japanese guy, really worth a look.

Tuesday, November 21, 2006

Ah, Sevilla... il viaggio

Rieccomi in un'altra conferenza/avventura. Questa si chiama Formatex, e mette insieme forma(zione) e tex(nologia). Ah, sono a Siviglia, o, come scrivono qui, Sevilla.

Ore 17:25. Parte il bus che dall'aereoporto giunge in centro a Siviglia. Di fronte a me ho un tramonto senza infamia senza lode. Ogniqualvolta vengo in Spagna non so mai se rispondere in italiano o in inglese. Mi parlano in spagnolo, e capisco quanto basta per sopravvivere. In aereo ho provato a leggere una di quelle riviste da aereo, e sí, leggevo prima in spagnolo e poi in inglese per controllare. Se le frasi non sono troppo lunghe capisco bene. Certo, era uno spagnolo certamente anglicizzato, per lo meno per il forte spezzettamento delle frasi. Quasi un corpus parallelo frase per frase, pronto per la traduzione automatica statistica... Ma non divaghiamo troppo.

Ho letto l'intervista al presidente dell'Instituto Cervantes, che fa quello che potrebbe fare, e non fa, la Società Dante Alighieri da noi: promuovere l'idioma nazionale. L'anno prossimo ci sarà un convegno a Milledolil (se ricordo bene il nome) dove l'Instituto Cervantes si incontra con le principali università ispanofone di tutto il mondo per redigere una Grammática Panhispànica. Un bell'atto di pianificazione linguistica, non c'è che dire.

Il viaggio? Tranquillo. I timori di sacchetti e sacchettini per i dentrifrici sono stati fugati fin da Malpensa: come mi ha confermato l'operatore addetto, basta mettere tutto nel bagaglio principale e non in quello a mano ed è morta lí. In fondo posso non lavarmi i denti dopo pranzo, per una volta. Ho mangiato un trashburger sorvolando i Pirenei, e mi sono pentito. Allora a Madrid mi sono rifatto con un ottimo sushi, nemmeno troppo costoso (circa 14 euro). Nota: sul biglietto c'era scritto gate/puerta de embarque HJK che significa "ovunque nel terminal". E i terminali non mostrano tutti i voli, solo quelli della stramaledetta lettera dei gate circostanti. Eppure i gate con le K sono adiacenti a quelli con le J, e senza soluzione di continuità. Comunque.

Dopo aver sbagliato la fermata del bus, mi sono diretto a piedi a bordo del centro verso l'albergo, che è alquanto carino e caratteristico, in pieno centro (e neppure troppo costoso: ho prenotato volo e albergo contestualmente con eDreams e in effetti risparmi anche il 10% a notte). Alle 18:00 c'erano 17 gradi, l'ho visto su una farmacia, e il sole stava tramontando. Credo che ci sia stata un'escursione di 8-10 gradi nel giro di un'ora, dopo il tramonto infatti fa freddo come a Milano. I vicoli del centro sono deliziosi, molto, molto spagnoli come te li immagini: nomi delle vie ultracattolici, case colorate, caratteristiche.

Prometto che farò delle foto.

Web 3.0: last hype?


Everyone is blogging about the last article by John Markoff, in the NYT. A good report you find in Mikele's post, and an enthusiastic explanation in Roin Good's post -- also availabel in Spanish and Italian.

I just tried Opine, and I have two remarks: (1) the language menu doesn't work at all, at least in Italian. I switched to Italian, then I typed "Roma alberghi" and it didn't understand. Bad design: let a menu if and only if it works, otherwise don't put it, they say; (2) trust everyone's opinion as Opine seems to do implies a terrible risk to have positive feedback, i.e. everyone finally has the same, stupid opinion. I don't think democracy or web 3.0 is equal to "majority rules", and no more.

Monday, November 20, 2006

Ah, Sevilla... First conference day

And finally I'm here, at the Facultá de Communication, where m-ICTE is held this year. Not so difficult to find: with Google maps or likely services you really can't lose yourself anymore.

Among today's presentations (about 100 lectures during the whole conference!) something interesting emerged, that I report here. This morning I learned that there are some certification of e-learning quality, at least three (EFMD, CEL and SCIL) and they tell not always the obvious: (a) you should have surveys form the trainees about their feelings in the distance learning experiences; (b) these surveys show that videogame-learning style is preferred and (c) that mostly production workload don't enter the curriculum (neither teachers' nor students') -- this is a major problem in the field. A great spreadsheet about surveys was presented by Wannemacher.

Vicki L. Cohen ahd a very interesting talk about the literacy in our time. Our pupils learn to read through blogs, for instance, iPods, chats, text messaging, far more than on printed books. Which kind of new literacies get involved in reading e-text? We should teach students (a) how to select keywords in order to better googling, otherwise they browse only by clicks in trusted portals; (b) they learn factual knowledge instead of posing conceptual questions, and consequently (c) they do not know how to select reliable web sources and they try to find only one answer to the question, even if there are more possible good answers. She ese in classes a mind map software for kids called kidspiration. She is publishing a textbook about these topics, by sure worth a look.

An other fil rouge of the presentation was the use of videogames, especially to teach hard sciences such as maths or engineering -- a K-12 student example for Taiwan learners of English was presented. An interesting task was explaingin own land's holydays -- why esperantists don't do the same sort of things? I found useful insights form the notschool.net experience. They do use videogames to reach teenagers that abandoned school, and they explained their pedagogical method with a eBay or Wikipedia metaphor: learners seek out teachers form a wide available range of sources, as in these popular web sites. You should propose the best offer!

Yvonne Barnard form Eurisco showed a 4-level model to evaluate learning improvement, by Kirkpatrick, which is adaptable in a lot of contexts: (1) reaction of the trainess; (2) learning as improved knowledge, skills and attitudes; (3) behaviour, i.e. improvements in actual work and (4) results, i.e. organizational benefits. It's trivial to observe that without (3) and (4) your teaching method is a failure.

Saturday, November 18, 2006

Il miglior manuale italiano di esperanto è scaricabile liberamente in PDF



I miei lettori piú affezionati lo sanno: il mio incontro con l'esperanto è avvenuto qualche anno fa su internet, quando la parola web in
Italia era sconosciuta e nei dizionari significava (ragna)tela.


Oggi la situazione è cambiata moltissimo: c'è il Kirek, corso gratuito per email, valido in Italia come credito formativo, ottimo per chi usa la posta elettronica quotidianamente; più difficile, ma più remunerativo e probabilmente più divertente, è il corso basato sul romanzo giallo per apprendenti Gerda malaperis, che si può anche seguire anche dopo il Kirek; un corso gratis con molte canzoni, da fare sul proprio pc (windows o linux), utile per chi si connette di rado; c'è il portale Lernu ricchissimo di nateriale didattico e con una buona comunità alle spalle (non so perch´ l'italiano non figura piú tra le sue lingue).


Prima di tutto questo, molti italiani avevano imparato l'esperanto sul manuale di Bruno Migliorini, insuperato nel panorama italiano per chiarezza, concisione e completezza. Bruno Migliorini fu linguista e italianista insigne, celebrato quest'anno a Firenze in una giornata di studi a lui dedicata. Per chi non sapesse chi era Migliorini, si legga almeno il ritratto a lui dedicato da Tullio De Mauro, purtroppo solo in formato word.

Il manuale di esperanto lo si può acquistare sul web presso i tipi di Edistudio, ma -- sorprendentemente, e spero legalmente -- si può scaricare liberamente in PDF dal sito della Federazione Esperantista
Italiana, e il vocabolario bilingue a parte.

Adesso dalla rete si può imparare l'esperanto anche senza rete: la chiusura del cerchio. Un'ottima occasione se siete incastrati dai parenti qualche giorno, siete scollegati, e avete sempre desiderato avere un momento tranquillo per imparare i rudimenti della lingua internazionale del dottor Zamenhof.

Wednesday, November 15, 2006

IF Comp 2006, The End


The Interactive Fiction competition has ended (here the final results), and I casted my votes! My preferred games was Möbius, which I found very interesting, as you can't write such a story in an uninteractive fashion, and Floatpoint, by Her Majesty Emily Short. It contains a great introduction to IF -- I'm an absolute beginner -- and it ahs a very friendly hint mode. However, I found it a bit too difficult for me, and after one hour playing I wanted to read the walkthrough.

I tried to play to Requiem, good atmosphere on start, but how I can restore a saved game?!? This stupid limitation prevented me to play it at all. The worst I tried was Bible Retold: I find very unfunny to play a story that I already know, and a bit unrespectful play in such a way Jesus' life.

An other great game was Moon-Shaped, an interesting mix. It started as a very famous child story, but don't believe it! The more you go along, the more it goes complicated, frightening, and adult... but with (at least one) happy end. With this game I learned that if an object is closed, sometimes it happens it's not closed... the same place may appear very different if you have a higher level of consciousness. I don't like to have a complex map when playing, and in the last part it is a bit difficult but well written. I used the walkthru to know how it might end.

Tentellian was really frustrating. It's unfunny to get prisoned after some moves and the whole thing you seem to do is to rightly move here and there. Terrible. Also bad the web games.

I think it's better to use Inform7 or Inform6, or TADS3 or TADS2, to build your own IF. They are both mature programming languages suitable for IF building. Otherwise, the risk is to have a poor and frustrating parser. An example of bad parsing from The Sisters

> open glovebox
You open the glovebox. Your penknife, your mobile phone and your mobile phone charger are inside the glovebox.

> take all
There is nothing to pick up here.


Frustrating, isn't it? An other example from Enter The Dark, where you type "hit the door with the bar", and you have no answer, even "you can't do that". And you can't examinate anything. Where's the pleasure in reading descriptions? The walkthru also is bad... it's not clear how to do things with it. No hint, poor help for novice players as me.

The Elysium Enigma has a great introduction to IF, in particular about the conventions used about dialogue with NPCs. You feel a bit stupid at the start, as you don't know who you are ad what are you supposed to do. It
is well written and a very good parser, the best one I proved, along with Floatpoint. Also hints are good. It's a bit similar to Emily Short's story, but far less complicated...

This IF may also be used to teach Italian youngsters a bit of English.

The philosophy behind Rails is getting real...


Ok, you are using Rails to build your web app... but where does Rails come from? The framework was extracted from Basecamp, a real-world, revolutionary web app that started this magic world. Now, the guys at 37 signals have released Getting Real, a book about the philosophy they use to stay at the edge.

Free for browsing!

Mappe mentali per le cose da fare: esperienze



Enrico Mangano è autore di un interessante post sulla tecnica del pomodoro, e si è mostrato interessato sul mio uso delle mappe mentali per tenere traccia delle cose da fare -- la mia "todo list".

Tutte le cose che devo fare con il computer (il 99% delle cose lavorative, dunque) sono tracciate mediante una mappa mentale di freemind. Usa la mappa in complemento alla tecnica del pomodoro per tenere sott'occhio gli obiettivi a medio termine, la "big picture".

La mia mappa TODO di ieri la vedete in figura in alto: i numeri indicano le priorità temporali di quello che devo fare, in termini di obiettivi -- per una granularità operativa, uso i pomodori. Le etichette in maiuscolo o CamelCase (come si dice in italiano?!?) indicano le mie personalissime macroaree di lavoro.

Dico di ieri perché il ramo marcato come "1" l'ho cancellato, brutalmente, avendo fatto la mia conferenza ieri, senza salvarlo, tanto ho la traccia dei pomodori sul processo di sviluppo. Dopo aver cancellato un ramo (che soddisfazione, ragazzi!), cambio la priorità ai rami rimanenti o ne aggiungo di nuovi, come nella mappa di oggi (in figura qui in basso):



Notate che ci sono dei rami non espansi: sono cose da fare in là, non immediate e quindi richiuse in se stesse per non complicare il colpo d'occhio. Purtuttavia, sono già ben definite in compiti di medio periodo. Per "medio periodo" intendo al massimo un mese di lavoro: per esempio, il ramo della tesi di dottorato è alquanto complesso, e se non ne sto facengo un pezzo.

Thinkature, the web whiteboard


Thanks to Matteo who drop me a note about it! What about? Thinkature, the web whiteboard for remote brain storming and idea collaboration (I tried using in chat with two colleagues of mine, and it was a cool experience).

By the moment, Thinkature servers are slooow, but I'm sure this is not a real problem. Should you switch off your beloved Freemind? you may ask.

Well, not really. it doesn't work on line, and I often sketc my idea privately, not collaboratively, at least at the first glance. But sure there will be occasion where Thinkature may play a role.

Monday, November 06, 2006

Babel, nemalvidebla filmo


Ĉiu e-isto devas vidi Babel-on, kiu montras kien tutmondiĝo portas nin kaj povas inspiri kiamaniere e-istoj povas proponi alian vojon por tutmondiĝo.

Vere nemalvidebla filmo!

Tuesday, October 31, 2006

How do you translate to google?

A very interesting post on the official Google blog about the different use of the word google. In Italian we say "googlare", in Esperanto we say "gugli" (it's a verb).

I have to add an other derivative:

googlitis. noun. a common disease among surfers who believe that if I cannot google something it doesn't exist at all. Instead, (1) they don't know how to google properly, or (2) it's not googled but it does exist in the web or (3) it exist elsewhere, e.g. libraries, even if it's not digitalized at all.
Translation: Italian "googlite", Esperanto "guglozo".

Far partire un Open Agile Team di sviluppo


Come sapete uno spin-off della ESSAP è l'iniziativa Open Agile Team. Oggi ci siamo trovati, eravamo in otto (io, Max, Piero, Andrea, Matteo, Davide, Daniele, Jacopo) e dopo un pomodoro informale per montare i quattro portatili e il server SVN abbiamo iniziato a scrivere le storie (chi non capisse un fico di ciò che dico, si veda le notizie sul movimento agile in Italia, cosí capisce se è il caso di scappare o di continuare a leggere).

Iniziare un team di sviluppo in una situazione di laboratorio come la nostra, con competenze molto diverse sul framework di sviluppo, RubyOnRails, non è cosa banale. Mi sono appuntato due osservazioni a memoria futura:

1. Bisogna prevedere del tempo dedicato alle convenzioni del team. Per esempio, abbiamo deciso che i nomi degli oggetti siano in inglese, visto che il framework fa i plurali in automatico. Questo sarebbe meglio deciderlo prima di iniziare a scrivere codice...

2. Mai piú di un pomodoro sul tavolo. Altrimenti può succedere che ognuno pensava che l'altro avesse caricato il pomodoro per tutti e cosí dopo dieci minuti ci si rende conto che nessuno l'ha caricato...

3. Ci vogliono 10-15 minuti per mettere a posto l'aula (siamo un team dalla sede volante). All'inizio, ora che si tirano fuori i portatili, si accendono e si attaccano i cavi passano almeno 10 minuti. Risultato: un pomodoro se ne va e non abbiamo ancora fatto nulla! Comunque, il prossimo pomodoro andrà meglio...

Monday, October 30, 2006

Esperienze nella Tecnica del Pomodoro



La Tecnica del Pomodoro è un modo per organizzare il proprio tempo di lavoro, che ho imparato all'ESSAP direttamente dal suo inventore, Francesco Cirillo, di quest'anno e che ho diffuso quanto ho potuto, con ottimi risultati, a mio modo di vedere, sia per me, che per altri.

Non starò a descriverla, visto che il suo autore ha rilasciato il documento programmatico liberamente scaricabile -- pur senza segnarlo però con un'adeguata licenza (cc).

Mi limito a riportare qualche osservazione sulla mia esperienza, che dall'ESSAP è stata continuativa, che penso possa essere utile anche a qualcun altro.

1. Il tempo del pomodoro (25 min.) non è discutibile; dopo 20 min. di lavoro ininterrotto e concentrato l'attenzione inevitabilmente cala; se si sta scrivendo codice, gli errori stupidi li faccio quasi sempre nei 5 minuti finali;

2. La tecnica funziona egregiamente anche per scrivere articoli scientifici o preparare lezioni, attività che richiedono almeno tanta attenzione quanto lo scrivere codice.

3. Ho visto che è meglio sforzarsi di alzare il sedere dalla sedia e non fare altro sul computer nei 5 minuti di pausa; di mio, faccio gli esercizi di Qi Gong per gli occhi della dott.ssa Ma Xu Zhou, che ho avuto la fortuna di conoscere di persona in un bellissimo stage, grazie a Dominique Ferraro. Potete fare quello che volete, ma per la vostra salute vi consiglio di staccare le mani dalla tastiera e gli occhi dallo schermo. Inizialmente rispondevo alle email durante le pause ma mi sono accorto che non era veramente uno stacco.

Sulla tecnica.

Io ho un file di testo piano che modifico durante il giorno, scritto in Markdown, un linguaggio markup per wiki. Vi dò il mio file del momento:

lun 30 ottobre
===========
## mattina
### treno mi-va
* esercizio su Ruby risolvi! x
### Ravasi
* lezione Elio xxx
### Dicom
* epistemologia x
* dispense su BBoard X
* presentazioni su BBoard x
+ stampare 2 copie della prima parte x
## pomeriggio
### Dicom
* completare articolo xx
* spedire articolo + email urg *
### treno va-mi
* articolo cognitive linguistics *


Ogni riga corrisponde a qualcosa da fare. Le stime sono fatte a destra della descrizione. La legenda dei miei report del pomodoro è la seguente:

* = previsto, ma ancora da fare; siamo in fase di stima;
x = previsto e completato in tempo; "pomodoro normale";
X = previsto e completato prima del tempo; "ottimo pomodoro";
+ = completato ma non previsto; anche se lo concludo prima del tempo, è comunque un extra, perché mi sta sballando la stima; "il prossimo pomodoro andrà meglio";
- = previsto ma mancato; di nuovo, "il prossimo pomodoro andrà meglio".


La mia convenzione mi permette di vedere come vanno le attività piú lunghe e complicate a colpo d'occhio. Per esempio, siccome sbaglio piú le stime del pomeriggio che quelle della mattina, ho spostato il pomodoro classico "email urg[enti]" al pomeriggio (25 minuti!), la mattina faccio un check veloce, 5 minuti esatti prima di iniziare i miei pomodori, e non guardo la posta ulteriormente durante il giorno.

Una cosa che ho imparato dall'articolo ufficiale sulla TdP è la necessità ogni tanto di una pausa piú lunga (sí è quella in cui sto scrivendo questo post). Per me vale la regola del 3: ogni tre pomodori 15 minuti di pausa invece di 5, magari uscendo dal cubicolo dell'ufficio...

Il pomodoro fisico non posso usarlo in ufficio perché siamo in otto nello stesso spazio fisico, cosí uso un pomodoro software di cui ho già parlato in un precedente post.

Pat Metheny's official (web) radio...



...perfect if you work in an open space with 8 people in that sometimes they have to talk, e.g. with students. Fire up your iTunes or whatever and check it out.

Grazie Pat!

Friday, October 27, 2006

Sulla campagna "adotta un pinguino" del Beppe


Sulla campagna adotta un pinguino del Beppe nazionale (che segnalo da anni al mio corso di etica dell'informatica) posso raccontare una storia personale negativa, che ho vissuto da tecnico informatico.

L'utente medio della Pubblica Amministrazione non vuole assolutamente cambiare tecnologia, salvo costretto, perché non vuole imparare niente ma essere "lasciato in pace" (cosí mi disse un dirigente) il piú possibile. L'aggiornamento di Windo$s viene visto come un male necessario, perché "il computer nuovo vuole programmi piú potenti" (lo stesso di prima) ma cambiare tecnologia per motivi etici e non pratici è un molto difficile da far passare.

E a distanza di tempo (era il 2002, Linux era un po' meno evoluto di oggi, per la verità) devo ammettere che c'erano delle ragioni anche valide.

Per il solito utente medio cambiare tecnologia vuol dire conservare le sue competenze di interfaccia acquisendo nuove funzionalità. I vari desktop liberi (KDE, Gnome, XFCE4, etc.) sono tutti piú o meno disorientanti per l'utente medio Micro$osft in un primo momento.

Anche solo il passaggio a OpenOffice significa fare dei corsi di aggiornamento a tutti i dipendenti -- non mi si dica che Excel e Open Spreadsheet funzionano allo stesso modo.

Voglio dire, la Baviera ha sperimentato Suse Linux ed è tornata a Window$, mantenendo il passaggio di OpenOffice, ma con dei costi di aggiornamento del personale inizialmente non calcolati.

Quindi: sí, abbatti i costi di licenza, è decisamente una buona scelta dal punto di vista etico, ma -- al solito -- software libero non implica che sia tutto gratis.

Thursday, October 26, 2006

Mixed feelings about browsers: Firefox or Safari?



The stable ver 2.0 version of Firefox is available, and I started using it. I should confess, as a Mac user, that I have mixed feelings about browsers. I used a lot of Google services, not last Gmail, and I feel unconfortable not seeing who's on line for Gchat through Safari -- indeed, sometimes it helps. To manage this blog, Firefox or Mozilla is far better, sometimes strange things happen in Safari (maybe due to the Konqueror engine, KHTML?)

On the other kind, the personalized Google home in Safari is tabbed, unlike Gecko's family (Firefox, Mozilla, Camino...) and this is far far better (*). Last not least, some novelties in web applications often pass through the Netscape nephews, as Clipmarks.

So what? you may ask. Well, I use both browsers, but I confess I'm not always happy. Of course, nothing to compare with people surfing with Micro$oft IExploder... wow, it has tabbed browsing, now. That's new! Congratulations!

(*) Note written the 27th of October: now that's no more true!

Mappe del potere Usa e Italia a confronto

In Let's visualize 'em Mikele Pasin -- tra le altre cose -- cita la mappa del potere dei Consigli d'Amministrazione Usa. Be', vale la pena di scaricarsi anche la mappa del potere dei consigli d'Amministrazione in Italia, segnalata tempo fa da Beppe Grillo.

Angoscianti.

Esperanto-Tago: parliamo dei nostri problemi linguistici



Finalmente una buona iniziativa, nuova, nell'universo web dell'esperanto! Annunciata su Libera Folio come blogotago, si tratta di una bella iniziativa di politica linguistica in rete lanciata dall'associazione Esperanto Usa, a cui ho subito aderito. Vale la pena di andare a leggersi l'annuncio e partecipare.

Non occorre sapere l'esperanto!

Wednesday, October 25, 2006

Mappe mentali anche di carta...



Per fugare ogni dubbio, io ho sempre dietro nel borsello una moleskine in carta bianca per appunti, idee e... mappe mentali :)

Sono consigliate anche su Notes about Notes.

Monday, October 23, 2006

Simple agile games with no material needed...

Our experience of the ESSAP started with a mind map, as shown below:



..but there are a lot of practices both useful and funny. Take agile games, for example. Thanks to our agile web sites digger Matteo, I discovered a couple or more with no need of material that I definitely suggest to try: Me and My Shadow I already did without knowing, it's perfect to have feedback from customers, and Prune the Product Tree is also fit to mind maps that grow too large -- I mean mind maps or the like about a product or service, especially if they describe a feature set.

I role as the customer in the Open Agile Team initiative by the newborn Varese XPUG sometimes it's hard to prioritize features. 20/20 Visions is far simple but effective.

Last not least, I will suggest to try Remember the Future in the next ESSAP if so.

Thursday, October 19, 2006

P2P Movie: Filter, or there is no original



An interesting experiment of a new work of art model where "there is no original" is the movie Filter, worth a download if you are on a broadband.

Wednesday, October 18, 2006

DeliciousMind = Del.icio.us + Freemind


Thanks to a friend of mine, Mikele Pasin, I discovered this small but very interesting application, certainly appreciated by every FreeMind user. It's called DeliciousMind and it convertes statically an XML file of del.icio.us tags into a mind map. Grazie, Mikele!

Evaluation. If you carefully look at my screenshot you notice that there are some drawbacks in it: (1) it is statical, you can't fetch your del.icio.us tags on the fly and represent it in a mind map; (2) if you have multiple tags for a link, this appear duplicated in your freemind map.

I should think about it more deeply; maybe this will be the subject for a thesis...

Monday, October 09, 2006

Mela sí ma verde


Devo dire che i tipi di Greenpeace ci hanno proprio preso: nei contenuti e nella forma. Ho già aderito. A quando la versione italiana?

Friday, October 06, 2006

Italia al top nei parti cesarei


Ne Il Salvagente n. 38 in edicola ho letto una notizia agghiacciante, che riporto per sommi capi. L'Italia ha il triste primato del maggior numero di parti cesarei dell'intera Unione Europea in percentuale sui parti totali (dati Istat), e questo per una serie di ragioni, molto, molto banali.

Uso eccessivo e ingiustificato di esami diagnostici durante la gravidanza (perché piú di tre ecografie)?

Il timore di denunce per errori o malpratica, sempre se gli ospedali sono poco atrezzati.

La scarsa coscienza femminile: dove ci si prepara al parto durante la gravidanza, le percentuali scendono drasticamente.

Ricorso massiccio all'anestesia epidurale, non esente da rischi, al contrario di come dicono: il rallentamento del travaglio aumenta la possibilità di un parto cesareo.

Il non rimborso delle spese nel caso del parto domiciliare (io e mia moglie ne sappiamo qualcosa...).

E comunque, il parto cesareo aumenta da 2 a 4 volte il rischio di morte della mamma durante il parto, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Vi sembrano ragioni a sufficienza per partorire in modo semplice e naturale, a casa?

A me sí.

Se in ufficio c'è casino mi dò al jazz...


Lavorando in un open space capita che ci sia un po' di casino, senza che sia colpa di nessuno. Se si è collegati al web decentemente come me vi consiglio la radio jazz svizzera, ascoltabile con RealPlayer.

Buon ascolto!

Wednesday, October 04, 2006

Al Quaeda minaccia l'occidente su server Google?

Non sono certo il primo a dirlo, ma non riesco a non mettere giú due note, perché mi sembra veramente pazzesco: Al Quaeda minaccia il mondo su server Google. Sí, le minacce a Benedetto XVI (tra l'altro) sono pubblicate su un blog di Blogspot. Da Marzo 2006. (Molto utile, il Patriot Act, vero? Ma lo scrivo solo tra parentesi). E il mondo dei media tradizionali se n'é accorto solo ora, qualche mese dopo Marzo.

Anch'io, per la verità.

Delle due l'una: o l'intelligence Usa sfrutta la stupidità degli affiliati di Al Quaeda di inserire i propri dati su un server in California, facilmente controllabile da Google -- che pure non si fa intimidire dall'amministrazione Bush, come ha mostrato in diverse occasioni -- oppure... Oppure. Chi è Al Quaeda? Una docu-fiction?

Non so cosa darei per sapere gli indirizzi IP da dove vengono postati i messaggi su quel maledetto blog. Ancora una volta, il mondo dei blog è piú avanti di televisioni, radio e giornali. Impressionante la sezione sull'11 settembre curata da Paolo Attivissimo.

Thursday, September 28, 2006

Essere agili: pomodoro virtuale su Mac


Dopo un po' di consigli di amici e una seria navigata, ho trovato il pomodoro virtuale che fa per me. Si chiama Minuteur, ed è sviluppato da un francese. Vale la pena provarlo: permette tra l'altro il pieno schermo, l'icona dinamica sul dock (con il timer), e una barra separata dal pomodoro stesso, ottimo per chi come me usa spesso due schermi affiancati.

Istruzioni in inglese.

Sunday, September 24, 2006

Ho appena visto Report su Rai3...


...finalmente, dopo aver trasmesso Farenheit 9/11 di Michael Moore, Rai3 fa il servizio pubblico e mostra con Report il documentario Confronting the evidence, che mostra se non la verità perlomeno le menzogne dell'11 Settembre. Spero e credo verrà messo presto in linea sull'ostico Mediaportale della Rai, un ottimo esempio di un cattivo uso di Flash, dove non puoi fare nemmeno un link al singolo programma, ma ti devi sorbire stupidi banner pubblicitari. Comunque, meglio che niente... Dopo un po' di prove ho trovato questo link che spero sia stabile per non dover usare il loro motore di ricerca che alla stringa "report" non riporta niente, nemmeno un'informazione che non si trova nulla, proprio non ti trova nulla.

Comunque, gli accaniti navigatori italofoni avranno visto ben poco di nuovo, se hanno visto Loose Change o Inganno Globale, entrambi scaricabili gratuitamente dalla rete -- essenziale la sezione 11 Settembre di Luogocomune.net, da leggere e guardare. Confronting the evidence era già disponibile sottotitolato in italiano su Arcoiris, comunque.

Tuesday, September 19, 2006

Spesa on line biologica: ancora molto da fare...


Se siete patiti del biologico e volete fare la spesa on line, non avete molta scelta. O cliccate il pomodoro (che nonc'è piú dell'Esselunga scegliendo solo prodotti biologici oppure la situazione è abbastanza magra...

Un'idea molto buona e originale viene dall'Alto Adige/Sud Tirolo. Si tratta di BioExpress. Ti portano la verdura e la frutta fresca di stagione e biologica direttamente a casa tutte le settimane. Il sito è semplice e chiaro -- un bel modello, visto che il servizio che non appesantisce l'utente inutilmente. Farò sapere come mi trovo. Un altro posto molto bello per fare la spesa è dai monaci di Lanuvio.

P.S. Ho visto per caso -- grazie a Google AdSense nella mia gposta! -- un altro posto di spesa on line biologica, che devo ancora provare.

Due lingue straniere a scuola: a che punto siamo?

Un bell'articolo su Café Babel racconta un po' com'è la situazione nelle scuole europee del programma "lingua materna piú due". Viene fatta menzione anche del metodo CLIL usato nella Repubblica Ceca. Sembra interessante. Ovviamente il sito, europeo, è al 99% in inglese (ci sono due documenti scaricabili in francese...)

Wednesday, September 06, 2006

Libri buoni per l'insegnamento delle lingue seconde


Un amico mi chiede un consiglio su "come dovrebbe essere un buon libro di testo per insegnare una lingua straniera ad un pubblico adulto e mediamente colto... sia dal punto di vista di 'meta-grammatiche' sia dal punto di vista della metodologia didattica pura".

Domandina da un milione di dollari... C'è tutta una disciplina, la glottodidattica, che si occupa di queste cose. La casa editrice Guerra è leader in Italia nel settore, con ottime pubblicazioni sia per l'insegnamento dell'italiano come L2 o di altre lingue come L2 per madrelingui italiani (lavorano molto con l'Università per Stranieri di Perugia).

In particolare, i due autori di riferimento sono Paolo E. Balboni e Marco Mezzadri. Ho avuto la ventura, grazie al comune amico Davide Astori, di collaborare con Marco Mezzadri nella traduzione del manuale essenziale della lingua italiana in esperanto. In particolare, a proposito di meta-grammatiche, consiglio La qualità nell'insegnamento delle lingue straniere, (Mezzadri) e Le sfide di Babele (Balboni).

Sono libri di livello universitario, perciò consiglio un buon manuale di linguistica a chi sia digiuno di queste cose (il De Mauro o il Berruto vanno benissimo).

Monday, September 04, 2006

Modem ADSL per Mac...


come mi ha chiesto un mio amico, io ho preso il Digicom Michelangelo LAN CX, che va bene su qualsiasi sistema operativo -- utile nel mio caso, che sono un maniaco e ne uso piu' d'uno -- e si connette sia via Ethernet (la presa di rete "normale") sia USB -- il vecchio portatile di mia moglie non ha una presa Ethernet, e questo modem mi ha semplificato notevolmente la vita.

Che altro dire? Si configura con Safari in un minuto e le istruzioni sono chiarissime. Ha un firewall decente, che non fa mai male. Io l'ho pagato poco meno di 67 euro a Computer Discount, circa un mesetto fa. Non ho trovato prezzi migliori sul web...

Tuesday, August 29, 2006

Corso per imparare la tastiera Dvorak


Credo che tutti sappiano che lo standard che si è imposto sulle nostre tastiere, il Qwerty, è un accidente storico -- non è certo la tastiera piú efficiente del mondo. Ho letto qui e là che la Dvorak promette prestazioni incredibili.

Be', avendo tempo, si può provare questo corso, piú divertente di quest'altro piú famoso.

Sunday, August 27, 2006

Dvd, ah! dvd e Apple... Dallo scemo al professionista


Un argomento un po' piú per oggi... Come qualcuno sa, pratico il QiGong con Dominique Ferraro, la quale ha pubblicato internamente tre dvd video delle pratiche di base. Ho girato un po', e ho visto come fare per avere un'estrazione (non diciamo "rippaggio", grazie!) del filmato sul mio portatile, cosí quando sono in giro per esempio per conferenze posso continuare ad allenarmi.

Per estrazioni semplici e veloci, a prova di scemo, mi sono trovato benissimo con l'ottimo Handbrake (v. screenshot a sinistra), un clic e via. I video vanno su Quicktime senza problemi di sorta.

Poi per incasinarsi la vita, mi consigliano:

si può provare qualcosa di piú elaborato ma meno "aquatico" come OSEx. Poi, mi dicono, si può estrarre l'output da un video proveniente da OSEx usando mAC3dec. Oppure convertire un AVI in MOV avendo installato il codec 3ivx. Con DVD Remaster potete comprimere per l'iPod video, se lo avete, quanto avete copiato DVD Backup, ottimo per fare copie di sicurezza.

A quel punto forse è meglio usare un software (sempre libero!) multipiattaforma e professionale come ffmpeg.

Comunque, il bello del Mac è proprio questo: si può fare le cose a livello di scemo (come me, che non ho molto tempo per imparare di queste cose, l'ho già speso nei miei anni migliori lottando con Linux sul portatile), oppure inoltrarsi nei meandri e fare cose professionali.

Thursday, August 24, 2006

Perché essere a capo della forza di pace in Libano non è una grande idea

Da un articolo di Cafebabel:

La Risoluzione 1701 sostiene che una forza internazionale deve essere inviata in Libano come "missione di pace". Ma i libanesi non accetteranno mai l’occupazione di truppe straniere. Una forza del genere sarebbe inaccettabile per loro, che vi vedrebbero un residuo delle antiche forze coloniali: Italia, Francia, nonché la Turchia, diretta erede dell’Impero Ottomano figurano tra i possibili Paesi che comporrebbero questa forza. Per un libanese, la cui memoria storica è molto forte, un soluzione di questo tipo non è accettabile.


Post scriptum:

Il Beppe nazionale ri-pubblica oggi (29.08) su questo argomento. Sostanzialmente non possiamo dirci equidistanti come Italia tra i contendenti in campo (Israele, Libano, Palestina) per erigerci a capofila di una missione Onu. Le argomentazioni sono nell'appello.

Monday, August 21, 2006

Perché abbiamo bisogno (ancora!) di petrolio

Lo sappiamo dal 1956, da quando il geologo della Shell M. King Hubbert aveva calcolato che il picco di produzione usa del petrolio sarebbe stato raggiunto nel 1971 (picco di Hubbert). E cosí puntualmente è stato. Da quell'anno gli Usa importano petrolio. Ed esportano democrazia (alias, guerra.)

Dal 1985 i consumi mondiali superano i nuovi giacimenti. Secondo l'Aspo il picco di produzione sarà raggiunto nel 2010 -- dati del recente convegno Aspo-5 a San Rossore.

Eppure c'è una cosa che il petrolio ci dà, ed è insostituibile.
Secondo Philippe Starck, che è un mago ad usarla, è la plastica la grande figlia del petrolio: ecologica, democratica, creativa. Scrive:
La penuria di petrolio condizionerà la produzione di plastica, e il giorno che sparirà non avremo piú questi oggetti formidabilmente competenti e accessibili. Torneremo a una gerarchia di tipo medievale, dove solo i ricchi potranno avere accesso a questi tesori - e i poveri avranno forse accesso o a niente o a plastiche riciclate, nelle quali la "competenza" si perde in modo sensibile... L'unico atto realmente ecologico è il rifiuto di consumare cose inutili, altro che riciclarle.

Friday, August 18, 2006

Sí al diritto di voto dalla nascita

Il Beppe nazionale nello spettacolo Incantesimi anticipa quanto scritto in un articolo su Internazionale e nel post di oggi, che mi trova, come fresco bi-padre, completamente d'accordo: diritto di voto a tutti i cittadini dalla nascita, gestito dai genitori fino al quattordicesimo anno d'età. Perché anche loro hanno diritto di decidere cosa passa sulla loro testa!

Maggiori informazioni sul sito della Fondazione per i Diritti delle generazioni future.

Il primo presidente di Stato con un blog proprio

...è l'iraniano Ahmadinejad. Sí avete capito bene, proprio quello che nega il diritto di esistere a Israele.

Il suo blog è anche in inglese. Almeno avremo una fonte diretta della sua follia.

Di converso, Prodi risponde alle domande via email su Repubblica...

L'indirizzo: domande_a_prodi @ repubblica.it

Thursday, August 17, 2006

Esperanto e informatica


Ho avuto occasione di incontrare Francesco Sabatini, il Presidente dell'Accademia della Crusca, durante
una giornata di studio organizzata dal GSPL.

La tesi di Sabatini è la seguente: l'esperanto dovrebbe sostituirsi all'inglese nella terminologia informatica per evitare brutture dipo "downloadare" (scaricare) e "webografia" (sitografia). Nel mio piccolo, io difendo la lingua italiana dei miei laureandi con un antipatico ma pratico dizionarietto, che potete leggere nel mio sito.

Il punto è che non manca la terminologia informatica in esperanto, anzi è uno degli ambiti piú evoluti della lingua: si veda la sezione informatica di Wikipedia e il dizionario specialistico che permette il passaggio dall'inglese.

Quello che gli dissi, ma non so quanto sono stato compreso, è che esistono affinità tra il movimento open source e quello esperantista: per esempio la nota distribuzione Linux Debian è completamente tradotta dalla fase d'installazione, esiste addirittura un manuale per imparare Ruby tradotto in esperanto, una cosa molto da geek -- ma mi sa che Sabatini tutto questo non lo considera, visto che vorrebbe che qualche multinazionale (americana?) investisse nell'esperanto.

Con quali ritorni? Il problema è politico, non tecnico-linguistico!

La tesi completa è leggibile su questo articolo di Punto informatico.

Friday, August 11, 2006

More web 2.0 calendars

If you like web-based calendars -- I prefer my old-fashioned paper-based notebook -- checkout Backpack, if you don't use Google calendar yet.

Monday, August 07, 2006

ebook readers war



I think that iRex (picture above) is really cool, compared with Sony ebook Reader competitor, a bit ugly (see below).



About feature comparison:

Formats. Sony reader supports BBeB Book, PDF, JPEG and MP3 (four) formats; conversely, iRex supports PDF, XHTML, TXT, APABI, OEB, MP3 (six) and custom for B2B customers: 1-0 for iRex.

Weight: Sony 250 g vs. iRex 390. 1-1.

Display: Sony 800x600 pixels, 4-grey level scale, 6 Inch panel size; iRex 1024x768 pixels, 16 levels grey scale, about 8 Inch panel size. 2-1 for iRex.

Price: about $300 for Sony according to bloggers,, $810 in iRex store. 2-2 at the final contest.

A tutti gli informatici musicali in ascolto...


...magari lo conoscete già, ma a vederlo di primo acchito sembra che ci sia da divertirsi con OpenMusic!

Niente piú guanti per navigare in 3D

L'interfaccia alla Minority Report è il 3D desktop SUN project

Internet attraverso la vecchia antenna tv


Questa mi mancava: dopo la connessione web attraverso la rete elettrica, mi mancava la conessione condominiale attraverso l'antenna televisiva.

Funzionerà? Voglio dire, come offerta di mercato?

Immaginatevi le riunioni di condominio dove venga proposta la nuova antenna...

Isreale e Libano: notizie dal fronte, notizie dai blog

Non so voi, ma io per capirci qualcosa dell'invasione di Israele del Libano leggo i blog sul campo. Di entrambe le parti. Casualmente. Sono partito da un articolo su Le Monde Diplomatique in esperanto di una madre a Gaza, poi ho visitato il suo blog, che purtroppo è aggiornato al 28 luglio... Di lí ho cominciato a saltabellare di blog in blog

Non sono il solo, naturalmente. Su nòva, un bell'articolo di Luca Salvioli è intitolato Guerra e pace nelle parole dei blogger, e fa un resoconto delle navigazioni sui blog del giornalista (ormai il giornalismo si fa cosí). Peccato che sia solo nell'edizione cartacea di giovedí 3 Agosto.

Piú bravi i francesi: l'articolo di Le Monde su questo fenomeno è molto bello e si legge interamente in rete

Per chi ha perso nòva o non sa il francese si veda pennedigitali

Alla fine, comunque, i riferimenti che danno sono tutti in inglese. Gli israeliani addirittura hanno deciso di lasciare l'ebraico per raggiungere un pubblico piú vasto.

Il piú bello, citato ed equilibrato è il blog della giornalista Lisa Goldman. Come dire: la professionalità paga. Sempre.

Saturday, July 22, 2006

Telefonare gratis via internet senza cuffie né microfoni

Si può. Con Jajah, a differenza di Skype e altri fornitori concorrenti, ti colleghi sul browser e inserisci i due numeri di telefono (fissi o mobili) e basta.

Se entrambi sono connessi via internet al sito (e dunque iscritti) la telefonata non costa nulla. Ora lo dico al Beppe nazionale e vediamo se lo pubblicizza a dovere.



Questa immagine l'ho presa da qui. Purtroppo il sito non è ancora tradotto in italiano. Legenda: l'Italia e' in Zona 2, landline significa 'fisso' e mobile significa 'mobile' (hehe).

Il resto mi sembra chiaro... Iscrivetevi ora, questa pagina è (anche) in italiano.

P.S.
Guardate il sito ufficiale dell'UE sulle tariffe del roaming oppure il sito Roaming GSM Europe, per confrontare i prezzi. Entrambi in italiano.