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Ho avuto occasione di incontrare Francesco Sabatini, il Presidente dell'Accademia della Crusca, durante
una giornata di studio organizzata dal GSPL.
La tesi di Sabatini è la seguente: l'esperanto dovrebbe sostituirsi all'inglese nella terminologia informatica per evitare brutture dipo "downloadare" (scaricare) e "webografia" (sitografia). Nel mio piccolo, io difendo la lingua italiana dei miei laureandi con un antipatico ma pratico dizionarietto, che potete leggere nel mio sito.
Il punto è che non manca la terminologia informatica in esperanto, anzi è uno degli ambiti piú evoluti della lingua: si veda la sezione informatica di Wikipedia e il dizionario specialistico che permette il passaggio dall'inglese.
Quello che gli dissi, ma non so quanto sono stato compreso, è che esistono affinità tra il movimento open source e quello esperantista: per esempio la nota distribuzione Linux Debian è completamente tradotta dalla fase d'installazione, esiste addirittura un manuale per imparare Ruby tradotto in esperanto, una cosa molto da geek -- ma mi sa che Sabatini tutto questo non lo considera, visto che vorrebbe che qualche multinazionale (americana?) investisse nell'esperanto.
Con quali ritorni? Il problema è politico, non tecnico-linguistico!
La tesi completa è leggibile su questo articolo di Punto informatico.
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