Un amico mi scrive quanto segue, e qui gli rispondo:
Ho una domanda facile: perché Creative Commons?
Case history: una scrittrice, intellettuale prolifica, sceglie di pubblicare on line
le sue opere e di riprodurre gli articoli già stampati sulle pagine nazionali. Tutto in formato testuale, se non addirittura nel formato tipografico e impaginato dell'editore. Dietro mio consiglio, of course....
A questo punto chiunque può prelevare, copiare, riprodurre, riutilizzare i materiali. Oltre a leggerli, naturalmente.
Ma a questo punto, un eventuale uso illecito è peseguibile a norma di legge. In Italia come all'estero. Perché, allora, scegliere di presentare accanto ai testi le specifiche Creative Commons?
Per dare forza ad un movimento, anche intellettuale, sulla diffusione del diritto d'autore? Per un certo snobismo tecnologico? A livello legale CC non fa altro che riportare la disciplina nazionale dei vari stati e, sebbene già questo sarebbe meritorio, non aggiunge nulla né fornisce servizi legali: in tal senso, nulla vieta il plagio o tiene lontani da un'aula di tribunale nello sventurato caso.
Domande interessanti, che meritano una risposta. Creative Commons nasce perche' l'attuale legge del copyright ti impedisce de jure anche solo di fare un clic e scaricare il libro o l'articolo. Già visualizzato sul browser significa copiato in locale, e quindi implica una violazione, a norma di legge. Sei già perseguibile. Nell'era della fotocopia si aggiungeva la digitura "fotocopia permessa esclusivamente per uso personale" (ancor
oggi c'è in quasi tutti gli spartiti musicali per esempio nelle edizioni Ricordi). Ma nell'era del web il concetto di fotocopia diventa di piu' difficile definizione e non era chiaro, prima di CC, che dicitura mettere perlomeno per pubblicare su web. CC questo problema.
Ma c'è di più. Certo, c'e' un aspetto politico, ovviamente, è inutile negarlo, dietro il movimento, e forse è anche snob, come tutto ciò che sa di accademico per il 99% del resto del mondo (quindi io sono tout court snob senza scampo, e allora tanto vale ignorare il fatto).
Più interessante invece il fatto che puoi controllare nel dettaglio che diritti ti riservi e quali rilasci. Non è un caso la dicitura "Alcuni diritti riservati". La parola chiave qui è riutilizzo. Questo non è automatico in tutte le licenze (cc).
Per esempio puoi riservarti il diritto di fare un profitto. Se qualcuno ci guadagna con la tua opera e tu non hai rilasciato questo permesso, deve prima chiedertelo il permesso anche se l'opera l'hai pubblicata sul web. Se non lo fa ha violato la legge, e se gli fai causa vinci tu sicuramente.
Diciamo che la (cc) rende chiara quando stai violando la legge e quando no. Con la grande (C) sei invece sicuro che la violi sempre e comunque appena fai un singolo clic, la legge. Ovunque. Un caro saluto, Federico
P.S.
Addendum: esiste un servizio del Politecnico di Torino di consulenza su Creative Commons, denominato SeLiLi. Magari può tornare utile.
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